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Il giallo di Carlotta, la bella stilista trovata impiccata a un albero. Un’amica racconta: “Quelle continue liti col fidanzato…”. I dubbi della famiglia sulla pista del suicidio…

  • Italia

 

La morte di Carlotta Benusiglio è ancora un giallo. In seguito all’autopsia eseguita sul corpo senza vita della stilista di 37 anni che si sarebbe impiccata, per gli investigatori si tratterebbe di uno “strangolamento suicidario”. L’autopsia è stata eseguita lo scorso sabato ed a rendere noti i primi esiti è stato il pm di Milano, Antonio Cristillo, secondo il quale al momento non ci sarebbero elementi che possano autorizzare la morte di Carlotta sia stata provocata da un’altra mano. Si attendono ancora gli esiti di altri importanti esami, tra cui le perizie tossicologiche e genetiche. Al momento, dunque, pur non escludendo alcuna pista si procede alla luce dell’apertura di un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti.

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Eppure, chi la conosceva ipotizza un’altra storia. Come fa Cristina, dogsitter 50enne sulle colonne di Repubblica. È l’ultima ad aver visto Carlotta viva, a pochi metri dal suo palazzo di piazza Napoli, lunedì sera. È la prima a trovarsi davanti la scena straziante di Carlotta ormai priva di vita, martedì mattina, impiccata a un albero ai bordi del parco milanese. E ribadisce le continue liti che la stilista aveva col fidanzato.

 

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Ecco l’intervista integrale rilasciata al quotidiano:

“Cosa ricorda di quella sera? «Ero a passeggio come al solito con i cani. Credo non fossero ancora le sette quando ho visto arrivare la macchina di Marco, il fidanzato di Carlotta. Lei è sbucata dal portone ed è salita nella sua Mini Cooper grigia. Poi sono andati via e non ci ho più pensato».

Come le è sembrata? «L’ho vista per pochi secondi ma sembrava tranquilla, serena. Anche se si sapeva che i due litigavano spesso».

Quando ha rivisto Carlotta? «Purtroppo sono stata io a trovarla nel parco, poche ore dopo. Porto i cani fuori la mattina presto, erano le sette meno un quarto. All’inizio non ho capito che si trattava di un corpo appeso ai rami. Mi sono avvicinata e mi sembrava una persona appoggiata di spalle al tronco dell’albero, che è molto sottile. Pensavo che ci fosse qualcuno che, come al solito nel parco, scambia gli alberi con un bagno pubblico». Invece era una ragazza impiccata. «Quando mi sono avvicinata ancora di più ho capito che era successo qualcosa di terribile. C’era una donna morta, credo già da un po’, perché aveva il viso cianotico. Pensavo fosse una sudamericana».

 

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In che posizione era il corpo? «Aveva il volto ripiegato sul petto, immobile, coi piedi che toccavano terra e le gambe piegate. La sciarpa era ancora tesa, legata al ramo e al corpo. All’inizio ho pensato fosse una cintura». Cristina, sotto shock, richiama l’attenzione di una coppia che è poco distante, che però non si è accorta di nulla. Sono poi loro ad allertare la polizia e le ambulanze. Ma per Carlotta, 37 anni, non c’è ormai più niente da fare.

Lei crede al suicidio? «Qui non ci crede nessuno. Non ci spieghiamo come ci si può legare, senza appoggio, a un ramo che è a due metri da terra».

Cosa pensa sia successo? «Questo non lo so. Qui in quartiere, al bar, nel palazzo della ragazza, Marco e Carlotta erano una coppia conosciuta. Ne abbiamo parlato molto dopo la tragedia. In casa i litigi erano continui, e i condomini si lamentavano anche per le feste e il trambusto nel cortile. Ma loro litigavano anche in strada, discutevano e urlavano. Se lo ricordano in tanti». L’autopsia ha escluso lesioni o segni di liti sul corpo. «Non posso dire nulla su quello che è successo. Tutto il quartiere, però, non riesce a darsi una spiegazione».

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