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Il fratello di Mattarella e quei presunti rapporti con la Banda della Magliana

  • Italia

A poche ore dall’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica, Il fatto quotidiano ha parlato del fratello. Non di Piersanti, ucciso dalla mafia, ma di Antonino, quattro anni più grande del neo capo dello Stato. Ne parla con riferimento a suoi vecchi presunti rapporti con la Banda della Magliana, precisamente con Enrico Nicoletti, considerato il cassiere del sodalizio criminale romano. Il quotidiano d’inchiesta racconta di un prestito di 750 milioni di lire (23 anni fa) di Nicoletti ad Antonino Mattarella. “Il Tribunale di Roma nel provvedimento con il quale applica la misura di prevenzione del sequestro del patrimonio di Nicoletti nel 1995 si occupa dei rapporti tra Nicoletti e l’avvocato Antonino Mattarella, cancellato dall’ordine professionale per i suoi traffici, secondo alcune pubblicazioni che risalgono a dieci anni fa (anche se nella lettera pubblicata qui sotto il fratello del capo dello Stato sostiene che la “cancellazione” è avvenuta in pendenza di una sua esplicita richiesta)”. “Secondo i giudici, perché il curatore, Antonino Mattarella era indebitato con lo stesso Nicoletti. Il palazzo si trova in via Argentina Altobelli in zona Prenestina e ora è stato confiscato definitivamente dallo Stato. Davvero allarmanti sono le vicende attraverso le quali il Nicoletti ha acquistato l’immobile in questione – scrivono i giudici – Nicoletti infatti ha rilevato l’immobile dalla società in pre-fallimento (fallimento dichiarato il 20 luglio 1984) dello Stirpe con atto 9 gennaio 1984; è riuscito ad evitare una azione revocatoria versando una cifra modestissima, lire 150 milioni, rispetto al valore del bene, al fallimento. La transazione risulta essere stata effettuata tramite il curatore del fallimento Mattarella Antonino, legato al Nicoletti per gli enormi debiti contratti col proposto (dalla documentazione rinvenuta dalla Guardia di finanza di Velletri emerge che il Nicoletti disponeva di titoli emessi dal Mattarella, spesso per centinaia di milioni ciascuno)”.

(continua dopo la foto)


Oggi e la Repubblica a tornare sulla vicenda, con un’intervista al fratello del presidente. Che definisce il fatto “assurdo”, perché “è tutto archiviato”. Si sfoga: “Sono amareggiato, io non c’entro con l’attività politica di mio fratello, non ho mai interferito con certe cose, né con Sergio e prima neanche con Piersanti… Non avevano bisogno di me”. Quella, dice, “è una vicenda assurda di 25 anni fa. Lo stesso pm che l’aveva aperta ha chiesto poi l’archiviazione che il giudice ha controfirmato. Cosa dovrei aggiungere su una storia che non esiste da un punto di vista giudiziario?”. “Posso soltanto esprimere la mia opinione: non ha senso che veniate qui a tirare fuori una cosa come questa quando non la si conosce. Una ricostruzione fondata su niente”. “Non ne voglio parlare più, gli ho creato già abbastanza problemi a Sergio con queste buttanate”.Ama i gatti e… 5 cose che non si possono non sapere su Sergio MattarellaSergio Mattarella, quel giorno in cui la mafia gli uccise il fratello…


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