Grave incidente sul lavoro in Italia. Nel pomeriggio del 7 maggio è esploso un capannone che ha provocato la morte di una persona. Un’altra risulta dispersa e altri lavoratori sono feriti. Pare che alla base della tragedia ci siano state uno o due esplosioni che hanno causato questo problema. Al momento non c’è certezza su ciò che è successo, ma pare che la fuga di gas sia l’ipotesi più plausibile. Cinque in totale le persone che erano rimaste sotto le macerie di un’azienda.
Dopo la deflagrazione sono immediatamente intervenuti sul posto i sanitari del 118, i vigili del fuoco con autobotti e mezzi di supporto, autoscala e altro personale. Anche tutte le altre forze dell’ordine hanno deciso di intervenire. Dopo il boato si è propagato un incendio. Dopo la deflagrazione è avvenuto il crollo del solaio di un’abitazione che sovrastava l’azienda e per un soggetto non c’è stato niente da fare. Quando è stata tirata fuori il suo cuore aveva già smesso di battere e non c’è stata dunque nessuna speranza per lui.
In totale i feriti gravi sarebbero tre. I vigili del fuoco hanno contattato anche coloro che avevano il turno nelle ore successive per mettere sotto controllo la situazione. Dei cinque che erano rimasti sotto le macerie, tre sono stati estratti vivi. I pompieri hanno rischiato moltissimo perché sono stati costretti a tagliare le travi in ferro e utilizzare divaricatori idraulici per sollevare le parti in cemento dell’azienda di Gubbio. E altri boati si sono registrati proprio mentre si rendevano protagonisti di ciò.
L’incidente più grave dell’ultimo periodo era stato quello occorso alla giovane Luana D’Orazio. La ragazza, residente a Pistoia, ed era madre di una bambina di 5 anni, è rimasta intrappolata in un macchinario per tessere i tessuti e per lei non c’è stato niente da fare. Insieme a lei c’era un collega che però era di spalle e non si è accorto di quello che stava accadendo dietro di lui. Non ha sentito nessun grido di aiuto e quando si è voltato non è riuscito a intervenire in tempo.
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