Dal 15 ottobre il Green Pass sarà obbligatorio per tutti i dipendenti pubblici e privati sui luoghi di lavoro. Il governo ha pubblicato nuove Faq per chiarire le misure previste dal Dpcm firmato dal premier Mario Draghi. Una serie di chiarimenti sono stati dedicati a particolari categorie di lavoratori come tassisti, parrucchieri, estetisti e lavoratori autonomi. “Ogni amministrazione o azienda è autonoma nell’organizzare i controlli”, è l’indicazione in via generale.
Sono i datori di lavoro a definire come debbano avvenire le verifiche in ufficio da parte dei soggetti incaricati che, “ove possibile”, dovranno controllare i Green Pass dei dipendenti “al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro” con modalità che “non determinino ritardi o code all’ingresso”. Possono anche essere effettuati controlli a campione, ma in questo caso negli uffici pubblici dovranno essere effettuati su non meno del 20% dei lavoratori.
Per quanto riguarda i tassisti e gli autisti di vetture a noleggio con conducente (NCC), non è previsto che i clienti debbano verificare il Green Pass del lavoratore, né sono tenuti a chiederlo. Stesso discorso vale al contrario: i clienti di parrucchieri ed estetisti non sono tenuti a chiedere la certificazione verde a chi svolge queste attività, così come il titolare o gli stessi lavoratori non dovranno richiederlo agli utenti. In sostanza sono i dipendenti che devono essere muniti di Green Pass nelle attività di cura della persona.
E i lavoratori autonomi? Chiunque presti un servizio per un’azienda e deve accedere alle sue sedi, è sottoposto al controllo del Green Pass e l’indicazione è valida per le attività svolte “a qualsiasi titolo”. Pertanto anche i lavoratori autonomi sono tenuti al rispetto dell’obbligo se per svolgere la loro attività lavorativa devono entrare in azienda. Devono avere il Green Pass coloro che svolgono “attività di formazione o di volontariato” all’interno delle strutture aziendali. Inoltre, per i lavoratori che arrivano da società di somministrazione il controllo del Green Pass deve essere effettuato “sia dalla società di somministrazione, sia dall’azienda presso la quale il lavoratore svolge la propria prestazione”.
Per rendere più agevoli le procedure di verifica della certificazione verde, il governo renderà disponibili per i datori di lavori (sia nel settore pubblico che in quello privato) “specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni”. Il nuovo sistema sul controllo del Green Pass si andrà ad aggiungere all’app VerificaC19, utilizzata in tutte le attività in cui è già obbligatorio esibire la certificazione. Il datore di lavoro che non effettua le verifiche previste sul proprio personale dipendente “rischia una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro”.