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“Cosa aveva sulla tutina”. Bimba sbranata dal pitbull, spunta il testimone: “Ho visto Giulia al pronto soccorso”

  • Italia

Un racconto inquietante emerge dalla notte in cui Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi uccisa presumibilmente dal pitbull di famiglia, è arrivata al pronto soccorso di Acerra. Un testimone presente quella notte ha rivelato dettagli scioccanti nel corso della trasmissione Ore 14 su Rai 2, condotta da Milo Infante.

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Secondo il super testimone, la scena al pronto soccorso suggerirebbe che l’attacco del cane potrebbe essere avvenuto molto prima dell’arrivo in ospedale: “Ho toccato il sangue sulla tutina e non mi sono sporcato le mani, era secco”, ha raccontato l’uomo. Inoltre, ha descritto le condizioni della piccola: “La bambina aveva le labbra nere, i morsi si vedevano, erano evidenti”.


Giulia uccisa dal pitbull, parla il super testimone

Il testimone ha poi messo in dubbio la versione fornita dal padre della bambina, Vincenzo Loffredo: “Il padre ha detto che per proteggere il cane si era messo in mezzo e le era caduta la bambina dalle braccia ed era stata morsa, ma se ti metti tra preda e cane qualche morso lo prendi”.

Le autorità stanno cercando di fare luce su numerose incongruenze e per questo la Procura di Nola ha disposto il sequestro del cellulare di Vincenzo Loffredo, avvenuto oltre una settimana dopo il tragico evento. L’uomo, attualmente indagato a piede libero per omicidio colposo per omessa custodia e vigilanza del cane, sostiene di essersi addormentato e di essersi accorto della tragedia solo intorno alla mezzanotte, quando ha portato la figlia in ospedale.

Nei prossimi giorni, un consulente tecnico d’ufficio verrà nominato per analizzare i dati del telefono e verificare eventuali spostamenti dell’uomo, o se abbia utilizzato il dispositivo nel periodo in cui afferma di essere stato addormentato accanto alla bambina nel letto matrimoniale. Gli inquirenti continuano a cercare risposte: ieri la scientifica ha condotto un nuovo sopralluogo nell’appartamento del rione Ice Snei, trattenendosi per oltre otto ore e mezza. L’obiettivo è individuare eventuali tracce di sangue che, secondo le dichiarazioni di Loffredo al suo legale Luigi Montano, sarebbero state ripulite da alcuni parenti poco prima del sequestro dell’abitazione. Mentre le indagini proseguono, resta alta l’attenzione sulle dichiarazioni del padre e sulle discrepanze tra la sua versione e gli elementi raccolti finora. Le analisi sui reperti e i dati del cellulare potrebbero presto fare luce sulla tragica morte della piccola Giulia.


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