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“Mi chiamo Filippo”. Giulia Cecchettin, ritrovata una lettera sulla sua tomba: lo zio la pubblica sui social

  • Italia

Giulia Cecchettin, a quasi un mese dal funerale lo zio della ragazza ha fatto una scoperta sulla sua tomba. Nel corso delle ultime settimane la famiglia Cecchettin era stata presa di mira sui social accusata, da alcuni utenti, di strumentalizzare la morte di Giulia. Accuse orribili sulle quali, durante l’ospitata di Gino Cecchettin a Che Tempo che fa, era intervenuto anche Fabio Fazio usando parole durissime. “Noi oggi non daremo alcuna soddisfazione a quelli che ora stanno vergognosamente inviando messaggi di odio nei confronti di Gino Cecchettin”.

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“È inqualificabile chi si premette di giudicare un dolore così grande senza nemmeno poterlo sfiorare, né con la comprensione del cuore né della ragione. Li lasciamo alla loro drammatica solitudine”. Parlare di Giulia ha avuto il suo effetto come dimostra la lettera trovata sulla tomba della ragazza e scoperta dallo zio, Andrea Camerotto, che le ha rilanciate su Facebook. Una lettera che parla chiaro.


Giulia Cecchettin, trovata una lettera sulla sua tomba

E nella quale si legge: “Ciao Giulia, mi chiamo Filippo e so da cosa cominciare: dalle scuse, anche se servono a poco”. A scrivere è un omonimo del giovane arrestato, che ricorda i primi giorni in cui ha sentito parlare della vicenda in televisione: “In quel periodo mi scrivevo ancora con la mia ex, per la quale non avevo smesso di provare qualcosa – racconta – lei con il passare del tempo ha iniziato ad ignorarmi”.

“Ed io, che sentivo parlare di continuo di quanto Turetta fosse ossessivo nei tuoi confronti, mi sono fermato, ho guardato dentro di me e cercato di riflettere sulla mia situazione. Sono convinto che ciò che ti è accaduto sia cominciato da piccole cose – scrive – piccole a tal punto che diventa persino difficile rendersene conto”.

Provo rabbia e pena per tutti quei ragazzi e uomini che continuano a distruggere la vita delle donne. Ma sono poi io così diverso? D’altronde molte volte le piccole cose noi nemmeno le notiamo”. Parole dopo le quali arrivano le scusa a nome di tutti “per l’ennesimo nostro fallimento che, come è stato dimostrato nei giorni seguenti alla tua scomparsa, non è stato l’ultimo”.


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