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“Lo hanno trovato così”. Giacomo Bozzoli, l’incredibile retroscena sull’arresto

  • Italia

Come è stato catturato Giacomo Bozzoli. Arrivano i retroscena sulla cattura dell’uomo che aveva fatto perdere le sue tracce dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio dello zio. Ed è una notizia davvero sorprendente. C’entra in qualche modo il grande caldo di questi giorni, con cui sta facendo i conti tutta l’Italia, con temperature record.

A riportare questo particolare è oggi un articolo della Stampa, che ha fatto una ricostruzione precisa delle ultime ore di latitanza del super ricercato, di cui si erano perse le tracce l’11 luglio scorso. Lo cercavano ovunque, mentre lui in realtà era nell’abitazione in cui viveva con la famiglia, nei pressi di Soiano. Anche se lo hanno trovato solo. Cosa ha tradito Bozzoli?


“Lo hanno trovato così”. Giacomo Bozzoli, l’incredibile retroscena sull’arresto

La polizia è riuscita a rintracciarlo, insospettita dal fatto che nell’abitazione, che in teoria doveva essere disabitata, era in realtà acceso l’impianto di condizionamento dell’aria. Un dato che si evinceva dall’esterno della villa a causa del rumore che emetteva l’impianto. Insospettiti, gli agenti hanno eseguito una perquisizione attenta della casa.

Dopo mezz’ora di ricerche nella grande villa, dove in un angolo ci sono i vestiti indossati da Bozzoli a Marbella, i carabinieri trovano anche lui. Giacomo Bozzoli era nella camera degli ospiti, nascosto nel contenitore del letto e in mutande. Aveva con sé 50mila euro in contanti che si pensa gli avrebbero consentito di continuare la sua vita da latitante. Nel garage dell’abitazione sono state trovate lattine di Coca-Cola e resti di formaggio, il frigorifero era pieno di cibo e bevande. Ma non è ancora chiaro lo avrebbe rifornito.

Oltre all’aria condizionata, Bozzoli avrebbe compiuto un altro passo falso. A tradire Bozzoli, secondo La Stampa, è stata anche una telefonata fatta alle cinque e mezza di giovedì mattina. Il latitante si è messo in contatto con una persona a lui molto vicina, il cui telefono era sotto controllo dagli inquirenti.

Intanto si apprende che il super latitante, prima di rientrare alla Francia, ha inviato una lettera ai pubblici ministeri su un presunto testimone che secondo lui potrebbe scagionarlo. Al momento, la missiva però non è ancora arrivata a destinazione.


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