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“Non riusciamo a darci pace”. Felice muore a 53 anni: il cordoglio sentitissimo dei colleghi poliziotti

Un uomo sorridente, umile, sempre allegro a dispetto di un lavoro che lo esponeva al pericolo. Un uomo che affrontato tante sfide, ma che si è dovuto arrendere al Coronavirus. E’ morto al Covid hospital di Partinico, Felice Rispoli, 53 anni, agente di polizia dell’ufficio scorte. Da quando si è appresa la notizia della sua scomparsa, sui social si sono moltiplicati i messaggi di amici e colleghi. Tutti increduli e tutti uniti nel ricordarlo per il suo sorriso e la sua umiltà.

“La morte fa parte della vita e bisogna accettarla, e non sappiamo come e quando toccherà a noi. Ma quando muore un amico a 53 anni, per colpa di questo maledetto virus, si ferma il mondo ed è difficile accettarla, così come è difficile trovare delle parole – scrive Giovanni Paparcuri, autista di Giovanni Falcone nei primi anni ‘80 – Ciao Felice di nome e di fatto, non so scrivere altro”. (Continua a leggere dopo la foto)


“Sei stato un collega con la C maiuscola – scrive un agente -. Il Covid 19 oggi ti ha sottratto alla tua famiglia e a noi che in ufficio non ci sappiamo darci pace. Abbiamo condiviso un breve percorso professionale insieme alle Volanti, ma il percorso più lungo insieme lo abbiamo fatto al Reparto Scorte Palermo. Allegrone come del resto io, abbiamo condiviso tanti momenti difficili della nosta vita professionale sempre con un sorriso e una parola buona per tutti. Ciao Felice ci rivedremo quando Dio lo vorrà”. (Continua a leggere dopo la foto)

E ancora: “Ciao Felice, uomo gentile, educato, garbato. Ti ricorderò sempre nelle mie preghiere”. “La Polizia di Stato – si legge sulla pagina Facebook – piange l’ennesima scomparsa di un suo figlio a causa del #ovid19. La gioiosità di Felice, 53 anni, e la sua voglia di vivere, hanno lasciato un segno indelebile tra i colleghi del glorioso Reparto scorte della questura di Palermo. (Continua a leggere dopo la foto)

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Lui che, molte volte, è stato esempio e guida per i giovani poliziotti chiamati a svolgere un lavoro delicato. Lascia un vuoto incolmabile per i suoi familiari e per i suoi due figli attorno ai quali ci stringiamo, commossi, nel dolore”.

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