Orrore dopo la morte di Giulia Cecchettin. Da due settimane le cronache italiane sono piene di articoli e notizie sulla 22enne uccisa a coltellate – almeno venti – dall’ex fidanzato Filippo Turetta, anche lui 22 anni e studente come la ragazza all’università di Padova. Giulia è stata uccisa e poi lasciata scivolare in un canalone a bordo strada, una caduta di 50 metri tra gli alberi e la vegetazione fitta nei pressi del lago Barcis, in provincia di Pordenone.
Per avere un quadro completo servirebbe la ricostruzione di Filippo Turetta, ex fidanzato della 22enne e indagato per l’omicidio della giovane. Ora lui si trova nel carcere tedesco di Halle in attesa di estradizione, fermato dalla polizia tedesca per aver sostato in autostrada con le luci spente – la legge tedesca impone di tenere le luci accese anche durante la sosta – e riconosciuto grazie al mandato di cattura che era stato emesso pochi giorni prima.
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Omicidio Giulia Cecchettin, sui social la pagina ”Le bimbe di Filippo Turetta”
Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza del Gip di Venezia, Filippo avrebbe accoltellato per la prima volta Giulia alle 23.18 di sabato 11 novembre nel parcheggio davanti casa. Poi, dopo averla presa a calci e chiuso la bocca con lo scotch l’ha nella zona industriale di Fossò dove c’è stata una nuova aggressione. Giulia ha provato a difendersi e a fuggire, ma lui l’ha raggiunta e ’ha spinta a terra facendole sbattere la testa contro il marciapiede. Poi l’ha caricata in auto e lasciata in quel canalone dove è stata ritrovata sabato mattina grazie al fiuto di un cane da soccorso.
Un racconto agghiacciante, che però non sembra aver fermato la follia di qualcuno che ha creato alcune pagine social in sostegno proprio del 22enne. Basta digitare il nome Filippo Turetta sulla ricerca Facebook ed ecco spuntare alcuni gruppi che fanno accapponare la pelle: “Le bimbe di Filippo Turetta”, come se il 22enne fosse un qualsiasi tronista di Uomini e Donne o concorrente del Grande Fratello. E ancora: “Filippo Turetta ragazzo modello”
Sul gruppo “Le bimbe di Filippo Turetta”, poi chiuso da Meta grazie alle tantissime segnalazioni arrivate dagli utenti, si leggevano messaggi choc come: “Il leone è in gabbia ma non è morto”, “Se Filippo finirà in carcere gli scriverò delle lettere per fargli sentire il mio affetto”. Sul gruppo la motivazione choc sulla creazione della pagina social.
“Un piccolo chiarimento: nessuno qui sta parlando delle azioni da Filippo compiute né delle persone coinvolte. Stiamo parlando del suo corpo, maggiorenne. Erotizzarlo non va contro nessun regolamento. Nessuno sta scrivendo che lui non abbia responsabilità. Stiamo scrivendo che vorremmo fare incontri erotici con lui. E nessun regolamento può impedire di dirlo“, si leggeva. Sconvolti la maggior parte degli utenti social, i quali si sono detti indignati e disgustati da chi possa aver creato questi gruppi a sostegno di un ragazzo che ha ucciso a sangue freddo la ragazza che diceva di amare.