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“Era la memoria del Paese”. Italia in lutto, morto un vero monumento della nazione

  • Italia
È morto a 105 anni Bruno Segre, partigiano e monumento dell’antifascismo

Si è spento a 105 anni. Avvocato, giornalista, intellettuale di sinistra impegnato in tante battaglie civile (dall’obiezione di coscienza al divorzio) e soprattutto simbolo della Resistenza, per la sua esperienza da partigiano e per la sua vita di testimonianza per l’antifascismo e la laicità. L’annuncio della scomparsa è stato dato dai figli con un comunicato agli amici.

Era nato a Torino il 4 settembre 1918 da una famiglia che aveva la storia nel suo albero genealogico: il 20 settembre 1870, fratello del nonno Emanuele, aveva aperto con la sua artiglieria la breccia di Porta Pia, l’inizio della unificazione di Roma al Regno d’Italia. Era nato a Torino, dove aveva frequentato l’Università dal 1937 al 1940, allievo di Luigi Einaudi e si era laureato in legge con una tesi dedicata a Benjamin Constant, fondatore del liberalismo.

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È morto a 105 anni Bruno Segre, partigiano e monumento dell’antifascismo


È morto a 105 anni Bruno Segre, partigiano

A causa delle leggi razziali, in quanto figlio di un ebreo, non gli fu permesso esercitare la professione di avvocato e quindi si dedicò lezioni private, compilando tesi di laurea e scrivendo articoli per periodici firmandosi con lo pseudonimo Sicor. Nel 1942 viene arrestato per disfattismo politico ed è detenuto per alcuni mesi nel carcere torinese Le Nuove. Nel settembre del 1944 viene nuovamente arrestato e condotto alla caserma torinese di via Asti, sede dell’Ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana.

Ironia della sorte, Bruno Segre se n’è andato il giorno della memoria. “Se n’è andato nella notte, a casa sua, serenamente come tutti vorremmo”, ha ricordato suo nipote, l’avvocato Ruben Segre. “Da grande figura della Resistenza qual era, ha resistito fino all’ultimo”. Un lutto che arriva proprio il 27 gennaio, il giorno in cui si ricorda la Shoah.

“E la memoria di Torino e di tutta l’Italia – aggiunge ancora il nipote, citato da La Stampa- perde un difensore dei valori della Resistenza, dei diritti civili, dei più deboli, delle minoranza di qualsiasi colore o confessione. Una figura attorno la quale oggi si stinge tutta la nostra comunità”.


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