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L’impatto in autostrada, Enrica non ce l’ha fatta: “Piovuto dal cielo, sembrava una bomba”

“L’animale è piombato contro il parabrezza. Sembrava piovuto dal cielo, come la bomba di un aereo”. Inizia così il racconto di una delle due sorelle rimaste coinvolte nell’incidente stradale avvenuto lunedì mattina, 17 maggio, nel tratto bolognese dell’A14. L’altra sorella è morta due giorni dopo all’ospedale Maggiore di Bologna Enrica Franchini, aveva 48 anni e si chiamava Enrica Franchini.

Le sorelle, di Sassuolo (Modena), sono state vittime di un incidente provocato da un capriolo che tentava di attraversare l’autostrada. Nello schianto è rimasta ferita in modo lieve la sorella 52enne che era in auto con la defunta. L’auto ha investito in pieno il capriolo, che ha sfondato il parabrezza e attraversato l’intero abitacolo, finendo nel bagagliaio.


Un camion che sopraggiungeva ha poi anche urtato la vettura. La donna che era alla guida, Enrica Franchini, è stata subito trasporta in codice rosso all’ospedale Maggiore di Bologna, luogo in cui oggi, 19 maggio è deceduta. Ferite più lievi per la sorella, che era sul sedile del passeggero.  Il racconto della sorella rimasta in vita in un’intervista a Repubblica: “So soltanto che lei non ce l’ ha fatta mentre io ne sono uscita come se fossi caduta in bicicletta. In quel momento andavamo piano, non più di 80 all’ora. All’improvviso il capriolo è piombato contro il parabrezza. Una macchina che era sull’altra corsia lo ha colpito e sparato contro la nostra. Sembrava piovuto dal cielo, come la bomba di un aereo. Ha preso in pieno Enrica, mentre io, che ero seduta di fianco a lei, in una posizione più bassa, quasi sdraiata, sono stata colpita dalla testa dell’animale. Infatti ho solo un livido sul braccio. È davvero come se fossi caduta in bici.

“Di quei momenti ricordo tutto. Ero lucida. La macchina non stava più in strada e io pensavo: ‘Adesso muoio, muoio’. Non sono morta. Speravo tanto che mia sorella ce l’avrebbe fatta. E invece no. Mi chiedo, ci chiediamo: com’è possibile che nel nostro Paese, su un’autostrada, non ci siano reti di protezione a tutela delle persone e degli animali? L’altra mattina – ha proseguito – stavamo tornando da Milano Marittima, dove con tanti sacrifici Enrica aveva comprato una casa. Ci teneva tanto, come un figlio. A me Milano Marittima non è mai piaciuta, ma era così felice che ero andata con lei: ‘Sono proprio contenta che ci vieni’, mi aveva detto. Di lei mi porterò dietro la sua integrità, la sua fermezza. È stato il destino, non so cos’altro dire”.

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