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E Galan si lamenta pure: ”Lo stipendio da parlamentare? Ci sopravvivo, ho tagliato le spese e anche pensato al suicidio…”

 

”Senza lo stipendio della Camera non so come camperei”. La frase è di Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto, ora agli arresti domiciliari dopo la condanna definitiva per corruzione nella vicenda Mose. Il politico ha parlato alla trasmissione di Radio 24 La Zanzara: ”In banca – ha detto – ho solo 30mila euro, e sono stato costretto a vendere qualcosa, un campo che avevo a fianco, le automobili, le due auto storiche che avevo e che mi avevano regalato gli amici al mio matrimonio. Ma in tutto avrò fatto 70 mila euro. In casa sono costretto a risparmiare sull’aria condizionata, non l’ho accesa”.

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Giancarlo Galan lancia anche un appello all’ex premier Silvio Berlusconi: ”Conto sul suo aiuto nel futuro perché con lui non c’è solo un rapporto politico. Mi piacerebbe tornare a lavorare con lui, avere un’altra opportunità di lavoro. Penso che non mi deluderà. Se ho pensato a suicidio? Ci ho pensato molte volte e continuo a farlo, le modalità lasciamole stare ma ci ho pensato moltissimo”. Quindi conclude: ”Sono innocente, non ho preso un euro – e ho patteggiato solo per la mia famiglia. Mia figlia pensava che io non tornassi per odio nei suoi confronti. Rifarei tutto, anche il patteggiamento in carcere non c’erano alternative”.


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