Dramma povertà, sempre più le persone in stato di necessità costretta chiedere aiuto alla Caritas o a strutture assistenziali; tra loro c’è anche lui, top manager finito sul lastrico che oggi vive in macchina. A raccontare la sua storia è Repubblica. Di compassione o elemosina Giuliano non vuole vivere, per questo sul parabrezza della sua auto ha attaccato un cartello. “Vivo in macchina. Se avete bisogno di fare la spesa io ve la faccio e ve la porto a casa per uno o due euro (quello che potete). Sono anche un amante dei cani e se vi può far piacere porto il vostro amico a quattro zampe a fare i bisogni”.
“E un bel giretto. Naturalmente col sacchetto per raccogliere la cacca. Spero di conoscervi e di esservi utile. Grazie. Giuliano”. Poche parole e tanta dignità. “Ero un manager di un’azienda fornitrice di acqua ed energia. Avevo una famiglia e con mia moglie abbiamo due bambini. Poi il terremoto. Sono finito tra gli accusati di un giro di tangenti di cui non ho mai saputo nulla, ho provato a difendermi ma non c’è stato verso”, racconta a Repubblica.
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Dramma povertà, la storia di Giuliano: “Avevo tutto, ho perso anche la mia famiglia”
E ancora: “Sono stato licenziato. Anche mia moglie non ci poteva credere. Poi sono scivolato in una spirale depressiva e ho perso anche mia moglie. Ora vivo qui, questa macchina è tutto quello che ho. Grazie del suo interessamento, ma non voglio niente”. Poi, incalzato dalla domande Giuliano, 50 anni, si sbottona. “Ho due lauree, avevo tutto e in un attimo ho perso tutto. Pure mia moglie prima di lasciarmi mi ha accusato di essere stato un padre assente e aveva ragione, ma lavoravo dodici ore al giorno e avevo poco tempo per i bambini”.
“Ora sto così. Faccio lavoretti, campo con poco. In auto mi devo spostare sennò i vigili mi fanno la multa. Alla caritas non vado perché, vabbé non vado perché mi vergogno. Sento tanta gente in difficoltà. Con me parlano perché faccio tenerezza. Ma questa crisi è molto più grave di quanto pensiate. Qualcosa da fare capita sempre. Lavoretti semplici da aggiungere a chi mi chiede di fargli la spesa o di far uscire i cani”.
Quindi conclude: “Mi tengo sempre intorno al centro, raramente mi spingo in periferia. Io chiedo poco, perché mi basta poco per vivere. Per sopravvivere”. Una storia come purtroppo ce ne sono tante. E tante potrebbero nascere sulla spinta del caro vita che hanno segnato una crescita dei costi sempre più insostenibile per le famiglie.
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