Nuovi tasselli sulla recente pista tunisina sul caso di Denise Pipitone, la bambina di cui non si hanno notizie dal 1 settembre del 2004, sparita nel nulla da Mazara Del Vallo mentre si trovava a casa dalla nonna. Un mistero che dura da tanti anni, che si consuma in pochi minuti quando la nonna perde di vista un attimo la nipotina e di lei non si sa più niente.
Immediata la denuncia ai carabinieri e le ricerche in tutto il centro in provincia di Trapani, con i militari che hanno fin da subito battuto la pista di una vendetta privata, maturata nell’ambito familiare, fatto di contrasti e gelosie tra la nuova e la vecchia famiglia del padre di Denise. Polizia, carabinieri, reparti speciali e unità cinofile, percorrono strade, fiumi, grotte, pozzi, anfratti, ma di Denise non c’è traccia. Alla pista privata se ne affiancano altre, come l’ipotesi legata a riti occulti o traffici di organi e ancora quella rom, arrivata quando qualche mese dopo una guardia giurata di Milano vede una bambina che somiglia alla piccola scomparsa in Sicilia in compagnia di un gruppo di rom.
Denise Pipitone, a Storie Italiane la svolta sulla pista tunisina
Tra le piste battute ultimamente c’è quella della Tunisia, secondo la quale Denise Pipitone sarebbe stata imbarcata, il 2 settembre del 2004, il giorno dopo la sua scomparsa, su una nave diretta a Tunisi. Una pista che ha fatto molto discutere soprattutto perchè è stato diffuso un documento che mostrava i dati delle persone che erano a bordo di quel traghetto: due adulti e anche una bambina, le cui iniziali sarebbero state SS.
Nella puntata di Storie Italiane di mercoledì 22 settembre l’inviata Maria Grazia Sarrocco ha rintracciato e parlato con l’uomo che per anni ha viaggiato su quella nave per Tunisi insieme al figlio Simone. Pare infatti che nel trascrivere i nominativi quel giorno il bambino era stato registrato come Simona e non Simone.
“Andavo sempre nel periodo estivo. Simone era piccolo e si imbarcava con me tutti gli anni. Hanno scritto “Simona” e non “Simone” sui documenti della nave. Hanno sbagliato loro”, ha detto l’uomo confermando che insieme a lui c’era il figlio e non una bambina. Grazie a Storie Italiane sembra quindi che la pista tunisina sia ormai chiusa definitivamente.