Covid, la ‘svolta’ tra qualche settimana. A parlare è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri durante una lunga intervista rilasciata per Il Corriere della Sera. Sulla situazione epidemiologica Sileri si è espresso con parole confortanti. Un focus non solo sull’andamento delle vaccinazioni, ma anche sul netto miglioramento dei numeri. E per l’esponente del governo, tra qualche settimana si vedranno i risultati.
Migliorano i dati del numero dei decessi, il più basso dall’ottobre scorso, ma non solo. Sembra soddisfare anche la copertura vaccinale, alla luce di una netta accelerazione della compagna a favore della vaccinazione. Nessuno escluso dall’analisi offerta dal sottosegretario alla Salute, anche i più fragili, infatti, sembrano rispondere bene. E i risultati si potrebbero vedere presto.
“I dati migliorano e continueranno a migliorare. E’ possibile che ci sia una circolazione del virus in coloro che non sono vaccinati, ma comunque sono soggetti più giovani e resistono meglio a eventuali infezioni. Poi potrebbe capitare come nel Regno Unito, dove la variante indiana sta determinando un modestissimo – per questo non dobbiamo minimamente preoccuparci – incremento dei contagi. Ma positività non significa malattia”.
Tra 2-3 settimane, per Sileri, è probabile che le vittime diminuiscano in modo ancora più sensibile. Questo alla luce dei dati sull’andamento delle vaccinazioni, che hanno già dato ottimi riscontri: in sole due settimane gli italiani che hanno ricevuto la prima dose siano passati da 18 a 23 milioni e i totalmente immunizzati da 8 a 12 milioni. Sileri ha specificato che “La vaccinazione garantisce che non ci sia una forma grave della malattia”.
“La strategia del vaccino sotto casa può essere vincente”, ha affermato ancora in merito all’adesione degli ultra 60enne. E il sottosegretario si è espresso anche in merito a più giovani alla luce delle prenotazioni del vaccino aperte dal 3 giugno. Puntare sul green pass, per Sileri, potrebbe dimostrarsi la carta vincente, posto che gli adolescenti “hanno la percezione che il virus non ci sia più, sanno di non ammalarsi ed è comprensibile che siano refrattari”. L’invito, a chiusura, di non abbassare la guardia in un momento delicato e decisivo: “Mi auguro che la gente non dimentichi quello che abbiamo passato”.