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Covid, il nuovo decreto: le misure dal 7 aprile. Colore regioni, scuole: l’Italia ancora rossa a metà

Covid, ecco cosa intende fare il governo italiano. Il premier Mario Draghi, venerdì 26 marzo, ha parlato in un’attesa conferenza stampa e ha affrontato numerosi temi caldi. Dalla scuola, ai medici che non si vaccinano, passando alla suddivisione in zone e ai famosi colori il Presidente del Consiglio ha spiegato quali norme conterrà il decreto legge che entrerà in vigore il 7 aprile. Non ci sarà nessuna gialla fino al 30 aprile.

“Faremo un Decreto – le parole di Draghi – sulla base dei dati disponibili oggi. Non escludo cambiamenti in corso: la situazione è così complessa che va monitorata giorno per giorno, settimana per settimana”. Una sola regione torna arancione. Sulle scuole, però, come era stato anticipato, c’è ottimismo sulla riapertura anche in zona rossa, ma non per tutte. (Continua a leggere dopo la foto)


Come riporta Sky Mario Draghi ha spiegato: “Le scuole riapriranno fino alla prima media, in alcuni casi sarà possibile effettuare dei test. Le decisioni prese nell’ultima cabina di regia hanno portato ad una diminuzione del tasso di crescita dei contagi”. Niente da fare per le superiori, visto che “Più si alza l’età scolastica – le parole del premier – più le attività aumentano”. Le scuole, infatti, restano uno dei principali luoghi di assembramento e quindi a rischio contagio. (Continua a leggere dopo la foto)

Subito dopo Pasqua, dunque, riprenderanno le lezioni in presenza nelle scuole dell’infanzia e della prima media anche nelle regioni in zona rossa. Un duro monito è stato rivolto dal presidente del consiglio Mario Draghi a medici e infermieri no-vax: “Non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo”. Non si sa ancora che tipo di provvedimento, ma il messaggio è chiaro. (Continua a leggere dopo la foto)

A questo proposito ha detto la sua anche il ministro della Salute Roberto Speranza: “L’adesione del personale sanitario è stata molto ampia, è la stragrande maggioranza e ha dato il buon esempio. C’è un pezzetto molto minimale, che stiamo quantificando – si legge sul Fatto Quotidiano – sul quale valutiamo un intervento con una norma”.

Infine le regioni: il Lazio da rossa torna arancione da martedì 30 marzo. Diventano rosse, invece, la Valle D’Aosta e la provincia autonoma di Trento, poi Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Veneto, Campania e Puglia (dove, come spiega il Corsera, si parla di “rosso rafforzato”). Restano arancioni la provincia autonoma di Bolzano, Abruzzo, Molise, Sardegna, Liguria, Toscana, Umbria, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Sulle vaccinazioni Mario Draghi ha ricordato che la priorità va data alle persone fragili e agli ottantenni “e poi andare in ordine di età”.

“Le 5 regioni che diventano arancioni”. Covid, la decisione del governo dopo l’aumento dei casi

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