Il Covid non è mai davvero sparito e in queste settimane si torna a parlare di un incremento dei contagi. Dopo il periodo estivo e i rientri dalle vacanze, il virus Sars-CoV-2 sta circolando con maggiore intensità, come già osservato negli anni passati nello stesso periodo. A confermarlo è Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore di sanità. Secondo l’esperto, il fenomeno non riguarda soltanto l’Italia ma anche diversi Paesi europei come Grecia, Irlanda, Romania e Francia, dove i casi risultano in aumento. Nel nostro Paese la situazione rimane comunque sotto controllo: non si parla di emergenza, ma non mancano ricoveri tra gli over 80 con patologie pregresse.
I dati del ministero della Salute relativi alla settimana dal 21 al 27 agosto hanno registrato 1.391 nuovi casi, contro i 1.091 della settimana precedente. L’attenzione degli scienziati si concentra soprattutto sulle varianti: la più diffusa in Italia è attualmente la XFG, soprannominata “Stratus”, originaria degli Stati Uniti e frutto della ricombinazione di diverse mutazioni, che ha già superato il 50% delle infezioni.
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Covid, aumentano i casi: quali sono i sintomi
Un aspetto interessante segnalato da Pistello riguarda i sintomi, che sembrano richiamare quelli più comuni della prima fase della pandemia. Si registrano infatti nuovamente perdita di gusto e olfatto, oltre a febbre elevata e problemi respiratori. Una condizione che dimostra come il virus continui a mutare ma mantenga alcune delle sue caratteristiche iniziali.
Guardando all’autunno, il virologo lancia un messaggio chiaro: le vaccinazioni restano fondamentali. La fascia più vulnerabile è rappresentata dagli over 60 e 70, che negli anni hanno perso parte della protezione immunitaria. Pistello invita le autorità sanitarie a intensificare la campagna vaccinale, proponendo la doppia somministrazione contro influenza e Covid, che si è dimostrata sicura ed efficace. Allo stesso tempo, sottolinea che un ritorno all’obbligatorietà appare al momento difficile, ma rimane essenziale mantenere alta l’attenzione sulle coperture vaccinali.

Sulla stessa linea si esprime anche Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. L’infettivologo evidenzia come il calo dell’immunità sia dovuto al tempo trascorso dall’ultima dose: la maggior parte della popolazione ha completato il ciclo vaccinale quattro anni fa. Se nei giovani adulti il virus provoca in genere sintomi lievi paragonabili a un’influenza stagionale, per gli anziani la situazione è diversa. Molti di loro, spiega Bassetti, arrivano in ospedale ricordando di essersi vaccinati l’ultima volta nel 2021, ma proprio i più fragili dovrebbero sottoporsi a un richiamo annuale per essere protetti.
Il monito finale riguarda le campagne future: per il prossimo autunno, secondo Bassetti, il ministero della Salute e le Regioni dovranno concentrare gli sforzi sui richiami per over 80 e categorie fragili. Lo scorso anno soltanto il 5% della popolazione ha aderito, un dato che stride con la mobilitazione generale vista nel 2021 e che dimostra quanto sia necessario riportare l’attenzione sulla prevenzione.


