“Lei qui non può stare”. Così, un parroco di una chiesa siciliana, ha spiegato alla mamma di una bimba che la figlia di 7 anni non sarebbe stata più ben accetta durante l’ora di catechismo. Una notizia che ha scatenato immediatamente la reazione della comunità e della madre che ha usato parole di fuoco: “La chiesa dovrebbe essere inclusiva”. Parole alle quali il sacerdote ha replicato spiegando le sue ragione e che non c’è niente, dal suo punto di vista, di sbagliato nella decisione.
“Le cose non stanno affatto così. La bambina è molto piccola e come residenza appartiene a un’altra parrocchia, per il passaggio anche quando dovrebbe pronunciarsi il suo parroco. Appartiene alla Diocesi di Monreale e non a quella di Palermo, non ha la documentazione. A che titolo la facciamo restare in classe? Serve il nulla osta, per questo non possiamo farcene carico”.

Palermo, vietato catechismo a bimba autistica: “Disturba”
E ancora: “La bambina inoltre corre tra le aule e disturba la classe, i genitori dovrebbero stare sempre con lei. Se scappa dall’aula e si fa del male di chi è la responsabilità? Per via dell’età, infine, non ha ancora consapevolezza del sacramento. Deve avere un minimo di percezione dentro”. La piccola soffre di una forma di autismo che, sembra, le causi momenti di iperattività.

“Per questi problemi – continua il parrocco – occorrono catechisti qualificati, pronto a trovare una soluzione con altre parrocchie. Esistono chiese attrezzate per poter ospitare bambini che hanno difficoltà di questo tipo. Adesso, che il documento del vescovo vuole che il percorso di comunione si concluda dopo quattro anni, come faccio a prendermi in carico una bambina che disturba?”.

“Ognuno di noi deve avere coscienza, la famiglia le stia accanto. Noi le abbiamo aperto le porte, come abbiamo fatto con tutti gli altri. Noi siamo per l’accoglienza. Ci sono altri due casi come questo, ma lei è troppo vispa. La parrocchia, infine, deve pagare un’assicurazione per ciascun bambino, che nel caso suo sarebbe più alta”. Amaro il commento della madre: “Io mi batterò per bambini speciali come lei perché non è giusto vengano messi da parte, soprattutto dalla chiesa che si dichiara inclusiva e poi non affronta situazioni come questa”.