È stato utilizzato per migliaia di meme, pubblicato milioni di volte, diventando una di quelle foto ”virali” che hanno girato il mondo. Allo scatto è stato dato anche un nome: “Sceptical Third World Child” (“Bambino scettico del Terzo Mondo”). Ma pochi sanno la vera storia che si nasconde dietro questa immagine.
È la Bbc a raccontarlo. Si tratta di un incontro causale tra un bambino e Heena Pranav, un medico di 28 anni che vive a Chicago. Quando venne scattata la foto, nel 2012, stava lavorando in Uganda per un progetto gestito da Pros for Africa, un’organizzazione che si occupa di fornire aiuto a donne che hanno subito traumi a causa della guerra. “Ero con un gruppo di altri studenti di medicina, stavamo facendo un sopralluogo, quando ho visto questo bambino che sembrava molto dolce”, ha detto il medico a Bbc Radio. “Sua madre era lì con lui quando mi sono avvicinata per salutarlo … il bambino più vivace che abbia mai incontrato”.
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La foto è stata pubblicata su Reddit tre anni fa da un ragazzo texano che la trovò sul profilo Facebook di un amico. Da quel momento in poi la foto è apparsa sulle bacheche di milioni di persone, giocando principalmente sullo stereotipo, piuttosto grossolano, che vede i bambini del Terzo Mondo poveri e sofferenti. Il ragazzino, infatti, è stato immortalato con indosso abiti sporchi mentre guarda con un’espressione ironica una donna accovacciata accanto a lui nella sporcizia. “Mai avrei pensato che sarebbe potuto accadere tutto questo”, ha raccontato Heena. “Avrei voluto che il bambino e la sua mamma venissero a conoscenza di tutta questa notorietà, affinché potessero beneficiarne, poiché credo che la sua immagine sia stata sfruttata in tutta la vicenda”.
Martine Jahre, vice presidente di una ONG norvegese – famosa per realizzare video virali che prendono in giro le campagne di aiuti per l’Africa, in particolar modo quelle strappalacrime – è voluta entrare nel dibattito: “È difficile per noi fare la morale e soprattutto dire che non è molto divertente – afferma il vicepresidente Jahre – ma penso che la gente abbia bisogno di riflettere di più sulle immagini che condividono”. “Penso che a nessuno piacerebbe vedere il proprio bambino trasformato in un meme e preso in giro in tutto il mondo”, ha concluso il vicepresidente dell’Ong, affermando che in questo “consiste la reale percezione di come vediamo ‘noi’ e ‘loro'”.
La foto è stata utilizzata anche dagli stessi africani per criticare e prendere in giro le idee che gli occidentali hanno del loro continente. “È pericoloso fossilizzarsi e raccontare una sola storia del continente africano”, dice la Jahre. “Purtroppo i nostri media modellano la nostra visione del mondo su questa base quotidiana, ma è pur vero che gli sviluppi positivi avvengono nel tempo. Quel che accade in Africa non riguarda sempre e solo crisi e guerra e i soliti argomenti: fame, guerra, malattie, HIV e AIDS; così si rischia veramente di diventare apatici”.