Un’incredibile vicenda si è verificata al santuario di Pompei, dove un uomo di 45 anni, residente a Trecase e operatore sociosanitario di professione, è stato sorpreso mentre raccoglieva confessioni nei confessionali della basilica. L’uomo, senza alcuna autorizzazione e senza essere un vero sacerdote, ha ingannato numerosi fedeli, ascoltando le loro storie e assegnando preghiere come penitenza. Ora dovrà rispondere delle accuse di sostituzione di persona e turbamento di funzioni religiose.
La sua messinscena è stata smascherata dai carabinieri, intervenuti dopo essere stati allertati dal personale della chiesa, insospettito dalla presenza di una figura in abito talare mai vista prima nel santuario. Al momento del controllo, il falso prete aveva già ascoltato diverse confessioni e davanti a lui si era formata una lunga fila di fedeli in attesa.

Pompei, si finge prete e ascolta le confessioni dei fedeli
Questo episodio si inserisce nel filone delle truffe in cui persone si fingono figure autorevoli, come finti marescialli o falsi avvocati. Tuttavia, in questo caso, non ci sono state conseguenze economiche per le vittime, ma resta il grave danno morale e religioso arrecato ai credenti che si erano affidati a lui.

Ancora non è chiaro cosa abbia spinto l’uomo a inscenare questo raggiro. Potrebbe essere stata la semplice curiosità di conoscere le vicende personali delle persone, la convinzione di poter offrire loro aiuto in un momento di crisi, o addirittura il desiderio di sperimentare l’illusione del potere di concedere l’assoluzione. Resta il fatto che il suo comportamento ha violato la sacralità del sacramento della confessione, causando sgomento tra i fedeli.


Ora le autorità stanno cercando di ricostruire con precisione i dettagli della vicenda e capire se ci siano stati episodi analoghi in passato. Nel frattempo, il santuario di Pompei ha rafforzato le misure di controllo per evitare il ripetersi di simili situazioni.