Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

Caso Loris: dopo il secondo telefonino, rispunta l’ipotesi del complice

E’ attesa per oggi intanto la decisione del Gip Claudio Maggioni sulla convalida del fermo. La donna, rinchiusa da tre giorni nel carcere di Catania, ieri è stata ascoltata dal gip Ragusano, alla presenza del sostituto procuratore Marco Rota e del suo legale Francesco Villardita. E proprio nel corso di questo interrogatorio avrebbe ammesso di aver avuto un secondo cellulare. E ora saranno esaminati i tabulati delle chiamate fatte anche con questo telefono, in particolare la mattina del delitto. Per capire se qualcuno abbia aiutato la donna nell’omicidio e nell’occultamento del corpo. Prende dunque sempre più forza l’ipotesi di un complice. 

L’ipotesi del depistaggio. Gli investigatori sono anche convinti che quella mattina Veronica Panarello abbia messo in scena un vero e proprio depistaggio: avrebbe cambiato i vestiti al bambino perché quelli indossati si erano bagnati di pipì mentre veniva strangolato. E gli avrebbe rimesso il grembiule per far credere che fosse stato rapito mentre andava a scuola. 

Una possibile svolta nelle indagini sul delitto di Loris. La madre del bambino, Veronica Panarello, ammette l’esistenza di un telefonino segreto, fatto finora sempre smentito. E il cellulare è stato ritrovato. La pista di un secondo telefono era spuntata per la prima volta attraverso l’intercettazione di una conversazione tra Veronica e la sorella Antonella: “L’ho nascosto bene”, aveva detto la madre del bambino ucciso il 29 novembre a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. 


“Signor giudice mi creda, non sono stata io”. In lacrime, dopo quattro ore d’interrogatorio, la mamma del piccolo Loris ribadisce per l’ennesima volta la sua versione. “Ho accompagnato mio figlio a scuola” dice Veronica Panarello davanti al gip Claudio Maggioni, che deciderà entro domani sera se confermare il fermo emesso dalla procura di Ragusa per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere. Anche oggi dunque, per la terza volta in meno di una settimana, Veronica non si è spostata di un millimetro dalle sue posizioni. E a nulla è servito metterla davanti al fatto compiuto, mostrandole un vero e proprio “film” realizzato la mattina di sabato 29 novembre grazie alle telecamere di Santa Croce Camerina, in cui la sua auto è ovunque tranne che dove dice la donna.

La video-ricostruzione realizzata dagli investigatori dura circa 30-40 minuti ed è stata fatta mettendo assieme tutte le immagini delle telecamere che inquadrano la mattina di sabato 29 novembre l’auto di Veronica. Ce ne sono almeno una ventina definite “ottime” da chi indaga, con una risoluzione che consente una visione chiara e dettagliata. Partendo dai tracciati di Google Earth, polizia e carabinieri hanno sostituito le immagini provenienti dal satellite con quelle delle telecamere di Santa Croce Camerina: un lavoro che ha richiesto giorni ma che, una volta completato, ha consentito a chi indaga di avere chiaro il film di quella mattina. 

Veronica è tornata anche sulla questione delle fascette, dicendo di averle date alle maestre “per dare un contributo all’accertamento della verità”. Un contributo assai curioso dato che il fatto che Loris fosse stato ucciso con delle fascette compatibili con quelle consegnate da Veronica, si è saputo soltanto tre giorni dopo la visita delle maestre. Perché Veronica pensava di poter accertare la verità consegnando proprio quelle fascette quando nessuno, neanche i medici legali, sapevano che un oggetto come quello era proprio “l’arma” del delitto?

Gli investigatori proseguono nella ricerca di ulteriori riscontri agli elementi già raccolti. Delle risposte interessanti potrebbero arrivare dagli esami sull’auto di Veronica: tracce ematiche o di urina nel portabagagli, ad esempio, sarebbero difficili da spiegare se non con la presenza di Loris. Ma anche l’eventuale presenza sul fondo della Polo nera di residui del terriccio di contrada Mulino Vecchio obbligherebbe la donna a spiegare il perché di quella presenza, visto che ha sempre detto di non esser mai andata lì. Un altro elemento interessante sarebbe invece emerso dall’analisi dei tabulati e delle celle telefoniche: il cellulare di Veronica risulterebbe senza campo per una decina di minuti tra le 8.49 e le 9.25, vale a dire in quei 36 minuti in cui, secondo la ricostruzione della procura, viene ucciso Loris. L’ipotesi investigativa è che quei dieci minuti siano quelli trascorsi nel garage, per mettere il piccolo nell’auto e uscire senza esser vista da nessuno.

-->

Caffeina Logo Footer

Caffeina Magazine (Caffeina) è una testata giornalistica online.
Email: [email protected]

facebook instagram pinterest
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2024 | Registrazione al Tribunale di Roma n. 45/2018 | P. IVA: 13524951004