Stefano Cucchi fu picchiato. E non si esclude che a farlo siano stati i carabinieri. Svolta nell’inchiesta sulla morte del giovane avvenuta nel 2009: la Corte d’Assise d’Appello di Roma ordina nuove indagini.
Per i giudici, presieduti da Mario Lucio D’Andria con Agatella Giuffrida, “le lesioni subite dal Cucchi debbono essere necessariamente collegate a un’azione di percosse. E comunque da un’azione volontaria, anche una spinta, che abbia provocato la caduta a terra, con impatto sia del coccige che della testa contro una parete o contro il pavimento. È opportuna la trasmissione della sentenza al Pm perché valuti – scrivono – la possibilità di svolgere nuove indagini per accertare eventuali responsabilità di persone diverse dagli agenti di polizia penitenziaria».
Ma non solo: “Non può essere definita – si legge ancora – una astratta congettura l’ipotesi prospettata in primo grado, secondo cui l’azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri che lo hanno avuto in custodia nella fase successiva alla perquisizione domiciliare”. Insomma, i giudici – nelle motivazioni della sentenza con la quale nell’ottobre scorso sono stati assolti tutti gli imputati, ovvero tre agenti penitenziari, medici e infermieri – chiedono che si indaghi sui carabinieri.
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