Ci sarebbe una clamorosa svolta dietro la scomparsa di Mario Bozzoli l’imprenditore di Marcheno, in provincia di Brescia, scomparso l’8 ottobre 2015 all’interno dell’azienda di famiglia, quasi certamente lasciato cadere nel forno di fusione dei lingotti, ma i cui resti non sono mai stati ritrovati. Il probabile omicidio dell’uomo e il suicidio dell’operaio Beppe Ghirardini trovato avvelenato accanto a un ruscello a Case di Viso, nella zona di Ponte di Legno ci sarebbe un intreccio che potrebbe portare alla soluzione del giallo. Secondo quanto riporta Repubblica, a casa di Ghirardini sarebbero stati trovati “migliaia di euro che non risultano uscite dal conto in banca dell’operaio, perennemente in rosso e con problemi economici consistenti. Il sospetto degli inquirenti è che quel denaro sia stato sottratto dall’operaio all’azienda.
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Tra Bozzoli e l’operaio Ghirardini i giorni precedenti la scomparsa dell’imprenditore ci sarebbe stato un flusso anomalo di telefonate, i due in precedenza non si sentivano praticamente mai, anche se si conoscevano fin da bambini. Quindi secondo la procura Mario Bozzoli si sarebbe accorto della sparizione dei soldi dalla sua azienda. Bozzoli chiede spiegazioni a Ghirardini sul denaro sparito dalla ditta e l’operaio si sente braccato e reagisce uccidendo l’uomo e gettandone il cadavere nel forno.
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Quando in tarda serata la moglie di Bozzoli non lo vede rientrare si precipita nella fabbrica. Le aprono alcuni operai, tra cui Beppe Ghirardini. Apprende — atterrita — che dal forno di fusione dei materiali ferrosi s’è levata una fumata anomala e che l’impianto, bloccato dall’”alert”, è stato riavviato dallo stesso Ghirardini. Alcuni giorni dopo l’operaio in preda forse al rimorso e al terrore di essere scoperto si suicida con una capsula di cianuro.