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“Brutto, troppo alto, stonato”. L’incredibile storia del palazzo di Amatrice, criticato al momento della sua costruzione, che ha resistito al terremoto

  • Italia

 

Un palazzo di 5 piani che si erge a metà di Corso Umberto, la strada principale di Amatrice. E che al momento della sua costruzione aveva scatenato una marea di polemiche: troppo alto, dal colore troppo acceso, stonato rispetto agli altri edifici che lo circondano. Oggi, quello stesso luogo è diventato un simbolo di vita, di speranza, l’unico rimasto in piedi nella zona dopo il terremoto del 24 agosto.

Accanto, soltanto la desolazione, l’orrore costato la vita a 290 persone sparse per il centro Italia. Lui, però, non si è mosso.

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“Apparentemente non presenta danni – scrive Il Messaggero – tanto che ieri mattina i dipendenti di Intesa San Paolo, la banca che occupa il piano terra, sono potuti entrare, sia pure tra mille cautele dopo le necessarie verifiche da parte dei vigili”. Qualcuno grida al miracolo, altri tentano di fornire spiegazioni più razionali.

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“Il palazzo fu fatto costruire – spiega l’ex sindaco di Amatrice, l’ingegnere Luigi Bucci – dal proprietario Domenico Piccirilli, un commerciante che gestiva un negozio di merceria e una pompa di carburante dalla parte opposta della via, attraverso lavori in economia affidati ad alcune piccole imprese locali, perché voleva trasformarlo in un albergo ma il progetto sfumò”.

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“La struttura strideva con il resto del centro storico, sorgendo oltretutto a ridosso del palazzo comunale. Innanzitutto c’era il problema dell’altezza, che lo rendeva il palazzo più alto, poi quel colore troppo acceso. Insomma, si differenziava troppo rispetto all’architettura del paese. Il fatto che l’edificio abbia resistito alla violenza del terremoto ha sorpreso tutti. È evidente, comunque, che all’epoca non si risparmiò sui materiali utilizzati”.

“Ma anche no”. Choc totale in diretta tv: nel bel mezzo della maratona televisiva sul terremoto che ha devastato il centro Italia, l’inviata di La7 se ne esce con una proposta di pessimo gusto

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