In tutto il mondo milioni di persone l’anno visitano musei che diventano aziende redditizie. Solo in Italia non è così. Come mai? Basta ascoltare, ad esempio, la sovrintendente ai beni archeologici di Reggio Calabria che teorizza “il meno siamo, meglio stiamo”: “Con troppi ingressi difficile mantenere pulita la struttura che accoglie i Bronzi di Riace”. È quello che racconta il Corriere della Sera: nel quadrimestre gennaio-aprile 2014 i visitatori paganti sono stati appena 21.407 raggiungendo quota 57.405 calcolando i non paganti. Incassi complessivi: 100.901 euro. Dividendo quei 100.901 euro per 120 giorni di apertura si arriva a 840 euro al giorno. Ma siamo lontanissimi non solo dalla possibilità di ripagare i 32 milioni spesi per il restauro del museo ma anche dalla prospettiva di assicurare gli stipendi dei 45 dipendenti. Afferma però la sovrintendente Simonetta Bonomi: “Forse stupirò qualcuno, ma mi ritengo soddisfatta dei risultati… qualcuno non capirà, ma mi auguro di mantenermi su questa quota, di non superare mai i 240.000 ingressi, perché le visite ai Bronzi di Riace hanno limitazioni di tempo e quindi il museo soffre spesso per l’inevitabile usura causata dai numeri, soprattutto delle scolaresche. Difficile mantenere pulita e in ordine una struttura simile”.