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Covid, provincia in zona rossa: lockdown dal 4 al 21 marzo. Negozi, asili e scuole dopo il picco di contagi

È considerata la ‘città rossa’ per eccellenza. Ma qui non si parla di politica e di certo i suoi cittadini ne avrebbero fatto volentieri a meno. Dal 4 al 21 marzo Bologna diventa zona rossa. A prendere questa dolorosa decisione sono stati i 55 sindaci della Città Metropolitana dopo una riunione sui provvedimenti da prendere per limitare la diffusione del coronavirus. Nel frattempo un altro incontro con la provincia di Modena potrebbe estendere il lockdown anche su quella zona.

La drastica misura prevede la chiusura non solo dei negozi, ma anche di nidi e scuole materne, nonché il purtroppo ben noto stop agli spostamenti. Il primo cittadino di Bologna Virginio Merola ha dichiarato: “La decisione unanime dei Sindaci, condivisa con la Regione, è stata quella di adottare un provvedimento per rendere l’area metropolitana di Bologna zona rossa con decorrenza da giovedì 4 marzo a domenica 21 marzo. A livello nazionale la soglia critica è considerata a partire da 250 casi ogni 100 mila abitanti, soglia abbondantemente superata in tutti i nostri Comuni”. (Continua a leggere dopo la foto)


 

Parole che non lasciano spazio ad alcun dubbio, in attesa della decisione della Regione Emilia Romagna che arriverà mercoledì 3 marzo: “I dati sull’ultima settimana di febbraio – prosegue Merola – nel territorio dell’Ausl di Bologna è di 400 casi di media ogni 100mila abitanti, con 13 Comuni sopra i 500 casi e la media del Distretto Appennino di 584”. Per la precisione, come ricorda anche Il Resto del Carlino, Bologna è a quota 313 positivi e Imola a 505. (Continua a leggere dopo la foto)

Il sindaco Virginio Merola ha poi spiegato: “Il tema dei comportamenti individuali è più che mai fondamentale. L’appello che facciamo è che le persone escano di casa solo per recarsi al lavoro, per necessità e per motivi di salute, e che siano rispettate le norme sanitarie individuali”.

Subito dopo il primo cittadino bolognese aggiunge un accorato appello: “A nome dei sindaci di tutta la Città metropolitana di Bologna chiedo al Governo di accelerare il piano di vaccinazione in tutti i modi possibili e di prevedere adeguate integrazioni economiche per le attività coinvolte dal provvedimento di zona rossa che adotterà la nostra Regione, così come i congedi parentali anche retroattivi per i genitori”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il nuovo provvedimento impone la chiusura a tutti gli esercizi commerciali cosiddetti ‘non essenziali’, mentre bar e ristoranti potrebbero restare aperti per consegne a domicilio e asporto. Da un lato ci sono i sindaci di diverse zone con indici RT alti, come Bologna, Imola, San Lazzaro, Casalecchio e Valsamoggia, che hanno chiesto la zona rossa. Dall’alto i piccoli centri in cui si sono registrati pochi casi che non avrebbero voluto il lockdown. Anche loro, però, dovranno adeguarsi.

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