Benzina, ma quanto mi costi? Negli ultimi giorni il prezzo dei carburanti al distributore è letteralmente esploso. Complice una congiuntura come non si vedeva da anni tra fine pandemia da Covid, conseguente ripresa della domanda ed escalation nella guerra in Ucraina. E le sanzioni decise dal blocco occidentale Stati Uniti e Regno Unito in testa nei confronti della Russia non hanno certo migliorato la situazione.
Indipendentemente dalle scelte dei singoli Stati il mercato sembra ormai impazzito. Sentite cosa ha dichiarato al Foglio nei giorni scorsi, ad esempio, Davide Tabarelli , presidente di Nomisma Energia ed ex consulente del Ministero dell’Industria e ascoltato anche dal Ministero dell’Ambiente sui cambiamenti climatici: “Mi aspetto che la benzina vada presto verso i 2,15 euro al litro, dai 2 euro che costa ora. In caso di embargo da parte dei paesi europei, non oso pensare dove possa andare il prezzo”. Beh, noi un’idea ce la siamo già fatta. Purtroppo.
Come cantava Lucio Battisti “Tu lo chiami solo un vecchio sporco imbroglio, ma è uno sbaglio, è petrolio”. Con questi aumenti pazzeschi, tuttavia, la voglia di cantare è poca, anzi nulla. Meglio viaggiare, sì viaggiare. Per andare dove? Beh, ovviamente si parla di lasciare a casa l’auto e ogni altro mezzo di locomozione che consumi carburante. Si va a piedi. O la massimo in bici. Destinazione? Ve lo diciamo subito. Si va a Livigno, provincia di Sondrio.
Mentre in tutta Italia benzina e diesel sfondano il tetto dei 2 euro al litro, a Livigno sembra di vivere in un Paradiso terrestre. La verde costa infatti appena 1,36 al litro, mentre il diesel 1,25 euro. Come è possibile? Beh, intanto, come riporta Leggo, stiamo parlando di una località sciistica extra-doganale. Insomma qui siamo in zona franca, niente Iva o accise. Uno status sancito durante il Regno d’Italia nel 1910.
Altra particolarità di questa amena cittadina sulle Alpi al confine con la Svizzera è il fatto che, pur essendo a tutti gli effetti italiana Livigno rientra nella zona geografica del Danubio. Questo perché il fiume che attraversa il comune lombardo, l’Acqua Granda, finisce prima nell’Inn e quindi nel Danubio. Insomma, vale la pena farci un salto, o no? Andando a piedi ovviamente. Qualunque sia la città di provenienza…