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“Ecco come li ho uccisi”. Coniugi di Bolzano, la confessione del figlio Benno Neumair: “Prima papà, a mamma non ho dato neanche il tempo”

Alla fine, dopo mesi di menzogne, Benno Neumair ha confessato il duplice omicidio dei genitori. “Avevamo litigato per i soliti motivi. Io volevo finirla lì ma lui continuava e allora…”. Poi Benno racconta che gli è capitata per le mani una corda, una di quelle da arrampicata. “L’ho presa e gliel’ho stretta al collo. L’ho fatto per farlo stare zitto”. Sta parlando di suo padre, di quel pomeriggio del 4 gennaio che è l’ultimo di cui Peter ha visto la luce.

Il tutto è riassunto nel verbale: tre ore di interrogatorio video-registrato racconta di un ragazzo che confessa, sì, ma che non dice una sola parola di pentimento. Nemmeno un “mi dispiace”, non una lacrima, non un cenno di agitazione, di rimorso. Ha risposto alle domande, semplicemente. Racconta dello strangolamento di suo padre dopo una breve colluttazione, delle “solite litigate per i soldi, per tutto”, descrive quella scena di morte come se fosse l’atto finale a cui — secondo la sua logica — è stato portato dall’esasperazione. (Continua a leggere dopo la foto)


Con freddezza dice che “mia madre è arrivata che era appena successo, non le ho nemmeno dato il tempo di togliersi il cappotto e quando è entrata ho strangolato anche lei”. L’ha uccisa con lo stesso “cordino”, come lo chiama lui, usato per suo padre. Domanda: dove ha messo poi la corda? “L’ho buttata via in un cassonetto”. In un cassonetto non precisato dice di aver buttato via anche il suo telefonino, non quella sera. (Continua a leggere dopo la foto)

Benno Neumair

Gli chiedono di come si è disfatto dei cadaveri e lui fa mettere a verbale che “li ho caricati in spalla fino alla macchina parcheggiata davanti alla porta”. Cortile buio, con cancello che chiude la vista dalla strada. Benno scende dal secondo piano prima con un corpo poi con l’altro senza incappare in nessuno dei vicini. (Continua a leggere dopo la foto)

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Li carica nel bagagliaio della Volvo di famiglia, quella che loro non volevano che usasse mai e che era uno dei motivi frequenti di litigio. Quella sera Benno carica i corpi in macchina e poi incontra un vicino di casa che lo vede trafelato, strano. “Ho finto di aver appena terminato di allenarmi” ha ricostruito nell’interrogatorio. Ma ci sono ancora tante cose che non quadrano che nei prossimi giorni, sicuramente, la procura riuscirà a spiegarsi meglio.

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