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“Ecco cosa può fare Putin”. Ucraina, l’allarme choc: la possibile mossa russa spaventa il mondo

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Non accenna a placarsi la furia dei combattimenti in Ucraina. La guerra, innescata nel 2014, ma che negli ultimi giorni ha vissuto una preoccupante escalation, è giunta alla sua terza settimana. Oggi, giovedì 10 marzo, proprio nelle ultime ore, è arrivato un allarme direttamente dagli Stati Uniti. La Casa Bianca fa sapere che non è escluso il rischio che Putin decida di utilizzare armi chimiche. La dichiarazione è della portavoce Jen Psaki che, rispondendo al ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov, ha smentito le accuse russe.


Secondo queste accuse sono in realtà gli Stati Uniti a sviluppare armi chimiche e biologiche al confine tra Russia e Ucraina. Jen Psaki afferma che “tutti dovremmo stare allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia o aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro”. L’ultimo terribile episodio di questa guerra fratricida è il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol. Per RaiNews i feriti sarebbero 17. Intanto Pechino sostiene che la guerra sia stata provocata da Nato e Usa. Nel frattempo la Banca Mondiale scende in campo con aiuti all’Ucraina mentre sulla Russia si stringe sempre di più il cerchio delle sanzioni.

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Per la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki la Russia sarebbe in procinto di ripetere anche sul terreno ucraino uno “schema consolidato”. Lo stesso, per intenderci, utilizzato in Siria da Assad con l’appoggio di Mosca. Nel frattempo il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden continua ad evitare di entrare direttamente sul campo di battaglia. Infatti il Pentagolo, come riporta il Corsera, ha deciso ieri di dire di no alla “triangolazione di aerei tra Polonia, Stati Uniti e Ucraina“. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki aveva offerto sostegno: “Noi siamo disponibili a fornire i nostri caccia, ma una decisione così grave deve essere presa all’unanimità dalla Nato”.

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La proposta polacca è stata respinta prima dalla Germania di Olaf Sholz e quindi dal Dipartimento della Difesa a stelle e strisce. Oggi sarà la vicepresidente Usa Kamala Harris a incontrare il presidente polacco Andrzej Duda e il premier Mateusz Morawiecki. Poi, domani venerdì 11 marzo, la numero due della Casa Bianca vedrà il presidente della Romania Klaus Iohannis. A tutti confermerà la volontà degli Stati Uniti di rinforzare “le difese sul fianco est della Nato”.

Mentre da un lato purtroppo la guerra prosegue e non fa sconti ai civili, dall’altro si aprono spiragli sul piano della diplomazia. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha affermato: “Noi non mandiamo militari in Ucraina e non istituiamo come Nato la no-fly zone, perché non vogliamo la terza guerra mondiale. Qui c’è solo una soluzione, che è quella diplomatica. Non credere nella diplomazia è un grande sbaglio”. E il presidente ucraino Zelensky ha aperto al dialogo sulle richieste russe, ovvero Crimea russa, Donbass e Lukasnsk repubbliche indipendenti e inserire nella Costituzione la neutralità dell’Ucraina, mai nella Nato.

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