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Armato di due machete semina il panico nel centro della città

A Jesi, nelle Marche, un giovane africano, armato di due machete, ha seminato il panico nel centro cittadino prima di essere arrestato dalle forze dell’ordine. Erano le 20 circa di lunedì sera. Per qualche istante si è temuto  che potesse avvenire un nuovo caso come quello di Adam Kabobo che a Milano uccise tre persone a picconate. Stando alle prime ricostruzioni, il giovane si sarebbe procurato le armi dopo aver sfondato la vetrina di un’armeria. Di lì un inseguimento all’interno del centro storico, che ha visto correre vigili urbani, poliziotti e carabinieri, che lo hanno inseguito in mezzo alla gente. Testimoni hanno parlato di colpi di pistola sparati in aria, nel tentativo di fermare il giovane, in evidente stato di alterazione, che è più volte riuscito a sfuggire all’arresto. Lo hanno arrestato davanti a una chiesa, nella quale si era rifugiato. Nel confronto fisico che ha preceduto l’arresto, è rimasto leggermente ferito a un fianco un ufficiale dei carabinieri: aveva avviato una trattativa, portando sul portico della chiesa anche la mamma del giovane, che invece lo ha colpito con uno dei machete che aveva con sé. Uno dei colpi di pistola sparati dagli agenti, invece, avrebbe ferito al piede il cittadino africano, che è stato arrestato dopo circa un’ora.


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