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“Cosa ci hanno fatto…”. Annamaria Franzoni choc, che succede nella sua vita a 18 anni dalla morte del figlio Samuele

Tutti ricordano lo sconvolgente ‘delitto di Cogne’ commesso il 30 gennaio 2002 in una villetta di Montroz, frazione del Comune in Valle D’Aosta. Secondo quanto è stato ricostruito dal processo Annamaria Franzoni è stata riconosciuta colpevole di infanticidio nei confronti del figlio Samuele, 3 anni appena. La Franzoni ha scontato sei anni di carcere e cinque di domiciliari e ha estinto in anticipo la pena per buona condotta.

Il processo, che ebbe un’ampia risonanza mediatica, spaccò in due l’opinione pubblica tra colpevolisti e innocentisti. A 18 anni da quei fatti Annamaria Franzoni è tornata in tribunale, nella mattina di giovedì 4 febbraio, ma non più come accusata, bensì come parte civile in un processo civile per violazione di domicilio in cui sono imputati una giornalista e un telecineoperatore. La donna è uscita dal palazzo di giustizia di Aosta con il volto coperto da una mascherina e cappuccio del giubbotto tirato sulla testa, accompagnata dal suo avvocato. (Continua a leggere dopo la foto)


La vicenda nasce da un servizio tv del dicembre 2019, periodo in cui si era tornati a parlare del delitto di Cogne in seguito alla richiesta di pignoramento della casa di Annamaria Franzoni da parte dell’avvocato Carlo Taormina. La donna denunciò in aula un ‘turismo macabro’ nella villa di Cogne, teatro dell’omicidio di Samuele. Nel corso del tempo, infatti, si sarebbero verificati degli atti vandalici con ingresso nella villetta di persone che avrebbero rubato degli oggetti da conservare per ricordo, come un termometro. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel corso del procedimento per violazione di domicilio a carico di una giornalista e di un telecineoperatore Annamaria Franzoni ha detto di temere che simili episodi possano incentivare atti emulativi da parte di altre persone. Sebbene la casa sia pignorata, la donna deve all’avvocato Taormina 275mila euro di parcelle, la Franzoni ha dichiarato di esserne tuttora la custode e quindi vuole evitare danni o ingressi non autorizzati. (Continua a leggere dopo la foto)

Annamaria Franzoni, parte civile insieme al marito Stefano Lorenzi assente giovedì, ha dichiarato di essersi resa conto che la giornalista e il suo collaboratore si erano introdotti nello chalet grazie alle immagini del servizio visto sul web. L’udienza è stata rinviata per poter ascoltare i due imputati. Non è da escludere, comunque, che tra le parti si raggiunga un accordo. Accordo che potrebbe essere in corso anche per la questione delle parcelle non pagate all’avvocato Taormina, il quale non si è opposto alla sospensione della vendita all’asta della villetta.

Omicidio Cogne, la villa di Annamaria Franzoni finisce all’asta a una cifra da capogiro

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