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Ancora scosse e crolli nel cuore dell’Italia. Il bilancio aggiornato delle vittime e dei feriti fa paura, ma si continua a scavare senza sosta. Il sindaco di Amatrice: ”All’appello mancano diverse persone, anche bambini…”

  • Italia

 

Nuove scosse nella notte tra Umbria, Lazio e Marche. La più forte, registrata dall’Ingv questa mattina alle 6.28 sempre nella zona di Rieti già colpita duramente dal sisma del 24 agosto, ha avuto una magnitudo 4.8. La forte scossa avvertita ad Amatrice è avvenuta a una profondità di 11 km. Altre scosse di magnitudo inferiore continuano ad essere registrate anche questa mattina . E nuovi crolli sono avvenuti ad Amatrice dopo la forte scossa. Nei crolli, a quanto si apprende, non risultano coinvolte le squadre dei vigili del fuoco che stanno continuando a scavare tra le macerie nel paese duramente colpito dal sisma.

È di 267 il bilancio aggiornato delle vittime. È quanto ha detto Titti Postiglione, direttrice dell’ufficio emergenza della Protezione civile, nel corso di una conferenza stampa a Roma. Trecentosessantacinque i feriti in ospedale, mentre secondo i dati del soccorso alpino nell’area marchigiana 23 persone sono state estratte vive dalle macerie. “Le vittime accertate finora qui sono 205” dice all’Adnkronos Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice. “All’appello mancano dodici-tredici persone tra cui due bambini”.

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Il Cdm ha deliberato, ha detto il premier Renzi, “lo stato di emergenza e i primi 50 milioni di euro per i primi interventi necessari, il blocco delle tasse che il ministro Padoan si accinge a firmare: tutte misure iniziali ma che sono il primo segno di attenzione per i territori terremotati”. “Prima di essere dei politici, siamo degli uomini. Per questo ora diamo la priorità al dolore e alle lacrime” ha detto Renzi. Dolore, lacrime, ma anche “grande orgoglio” per la “straordinaria reazione popolare”, che c’è stata, “in Italia e anche all’estero”. “È stata una gigantesca calamità naturale”, ma ora “la priorità di questo governo è la ricostruzione“.

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Per quanto riguarda i tempi della ricostruzione assicura:”Vogliamo procedere il più veloce possibile“. “L’Italia non deve avere una concezione solo emergenziale. Nella gestione dell’emergenza siamo i più bravi del mondo, ma non basta. Adesso serve un salto di qualità per affermare la cultura della prevenzione”.

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“No a città nuove, i paesi rinascano dov’erano”. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, boccia il modello delle new town inaugurato a L’Aquila dopo il sisma del 2009 e, in un’intervista al Corriere della Sera, si dice certo che “i sindaci preferiranno ricostruire il proprio paese lì dov’era, non abbandonare quello vecchio per farne uno nuovo da un’altra parte. Sono stato sindaco, come Matteo Renzi. E le nostre città sono la nostra storia, tanto più in quei piccoli borghi che rappresentano il cuore dell’Italia. La gente che vive lì va ascoltata, il governo non forzerà la mano”.

Caffeina News by AdnKronos

www.adnkronos.com

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