Scompare tra le onde mentre nuota insieme alla moglie, poi la scoperta choc. Un’altra tragedia in vacanza: un turista italiano di 64 anni è morto. Una sequenza terribile: stando alle prime informazioni, intorno alle 10, l’uomo era in acqua con la moglie. I due stavano nuotando quando, secondo quanto riferito dalla donna, il mare si è ingrossato. Ed è a quel punto che la donna ha visto sparire il marito.
Dramma a Vieste. Nonostante l’agitazione, la donna è riuscita a raggiungere la spiaggia e a dare l’allarme. Il bagnino si è lanciato in acqua a bordo di un pattino per cercare di individuare l’uomo. Nel frattempo è arrivata sul posto anche una motovedetta della Capitaneria. Le ricerche sono andate avanti per circa 20 minuti. Ma l’esito non è stato quello sperato: l’uomo è stato ritrovato morto, a un miglio di distanza.
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Altra tragedia sulle spiagge italiane: in mare con la moglie poi lo choc. Cosa è successo
Soccorsi inutili. Il personale del 118 e un medico giunto sul posto con l’elicottero hanno tentato di rianimare l’uomo per una quarantina di minuti prima di dichiararne il decesso.
Secondo quanto riferito da alcuni testimoni che hanno assistito alle operazioni di soccorso, l’anziano non sarebbe però morto per annegamento, ma per un infarto che l’ha colpito mentre era in acqua, impedendogli di tornare a riva.
I dati su tragedie di questo tipo in Italia sono davvero preoccupanti. Ogni anno in Italia circa 400 persone muoiono annegate e 800 vengono ricoverate come conseguenza dell’annegamento. A questi numeri si affiancano circa 60 mila salvataggi sulle spiagge e più di 600 mila interventi di prevenzione da parte dei bagnini.
Sono alcuni dei dati contenuti nel primo rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione. Il rapporto si riferisce in particolare agli annegamenti lungo i litorali marittimi, anche se riporta anche una prima analisi di questi incidenti nelle acque interne: fiumi, laghi, torrenti, canali, bacini artificiali. In questi luoghi si sono registrati in media 78 decessi all’anno, un numero particolarmente alto, se si considera che vengono frequentati da un numero limitato di persone.