Era indagato con l’ipotesi di omicidio colposo il papà di Agnese, la bambina dimenticata in macchina e morta dopo alcune trascorse nell’abitacolo rovente del veicolo, giovedì. A scoprire la piccola di un anno e mezzo ancora sul seggiolino nel Suv del padre erano stati i suoi colleghi durante la pausa pranzo. L’uomo aveva messo l’auto in sosta nel parcheggio della ditta dove lavora a Marcon, al mattino prima di prendere servizio.
Alcuni colleghi, scesi giù dall’azienda per il pranzo, avevano riconosciuto l’auto dell’uomo dove la bambina era ancora dentro, e avevano dato l’allarme. Molti lavoratori delle ditte vicine erano usciti per prestare soccorso, pensando fosse accaduto un incidente sul lavoro, ma la triste verità era un’altra e ormai per la piccola Agnese non c’era più niente da fare. Morta a solo un anno in quell’auto che era diventata un vero e proprio forno.
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Agnese dimenticata in auto e morta di caldo, si aggrava la posizione del papà
Il patologo che si è occupato di effettuare l’autopsia sul corpicino della bambina ha riscontrato come il decesso sia avvenuto per l’esposizione alle alte temperature della vettura e si è preso 60 giorni per una relazione completa sul post mortem e sarà cruciale per delineare definitivamente le circostanze della tragedia che ha portato alla morte di Agnese.
In queste ore il pubblico ministero di Venezia Anna Andreatta ha modificato il capo di imputazione nei confronti del papà di Agnese. A questo punto si aggrava quindi la posizione dell’uomo, Sirio Chinellato, 45enne residente a Mogliano, difeso dagli avvocati Luca e Giorgio Pietramala, che prima risultava indagato per omicidio colposo e ora abbandono di minore con conseguente morte. La pena ora andrebbe da un minimo di tre ad un massimo di otto anni.
“Certamente si tratta di un aggravamento della situazione, di cui non conosco le ragioni. A mio giudizio l’evento tragico si dovrebbe qualificare come omicidio colposo. In questo momento posso soltanto dire che cercheremo di chiudere questo caso molto penoso al più presto2, ha dichiarato Giorgio Pietramala, avvocato del padre, secondo quando riportato dal Corriere del Veneto. Come detto, la relazione finale sull’autopsia sarà completata entro 60 giorni.