Si chiama Mini hug che vuol dire “piccolo abbraccio”. È un’app pensata da una bimba di sette anni che l’ha suggerita al padre che le applicazioni le creare di mestiere. Supporta nove lingue diverse (l’italiano non ancora) sembra un gioco a premi: permette agli utenti-genitori di creare un profilo per ogni figlio e annotare qualsiasi attività svolta con lui. Ognuna di queste vale dei punti, in modo da annotare i progressi fatti e persino competere con altri parenti, condividendo i propri risultati sui social network e stimolandosi a vicenda. Si può dire che si tratta di un’app che aiuta le relazioni tra persone, a differenza di tante altre che stimolano l’individualità. Con l’aggiunta di essere estata ideata direttamente da chi ne trae un vantaggio emotivo e relazionale.