Non migliorano le condizioni di Bruce Willis. L’attore, come abbiamo precedentemente detto, è affetto da demenza frontotemporale. Ora le cose però, da quello che raccontano i familiari del divo di Hollywood, stanno addirittura peggiorando. A parlarne è la mamma di Bruce, Marlene Willis, che ha confidato agli amici più cari che il figlio è diventato molto aggressivo. Sembra che questo sia un sintomo della malattia emerso nell’ultimo periodo. La madre dell’attore ha anche affermato che non la riconosce più.
Sembra che la donna non riesca più ad avere una conversazione normale e tranquilla con lui. “Le sue reazioni sono molto lente, è sempre più aggressivo e non è più possibile avere una normale conversazione con lui. Anche se questo comportamento è normale nelle sue condizioni”, ha dichiarato una fonte vicina a Marlene Willis. Solo qualche giorno fa, l’intera famiglia vicina al divo hollywoodiano ha rilasciato una comunicato congiunto in cui spiegava quello che stava succedendo all’amato artista.
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Non migliorano le condizioni di Bruce Willis
“Purtroppo le difficoltà di comunicazione sono solo un sintomo della malattia di Bruce. Questo è doloroso, ma è anche un sollievo avere adesso una diagnosi chiara”, scriveva la moglie Emma Heming, 44 anni. E ancora: “Se potesse oggi vorrebbe stimolare l’attenzione globale verso coloro che si trovano ad affrontare una malattia debilitante come questa e come questa impatti in cosi’ tante persone e nelle loro famiglie”.

E ancora: “La vostra continua comprensione – ha concluso – e rispetto ci permetteranno di aiutare Bruce a vivere una vita la più piena possibile”. Willis è padre di cinque figlie: Rumer (1988), Scout (1991) e Tallulah (1994) avute dall’ex moglie Demi Moore, Mabel (2012) e Evelyn (2014), nate dall’attuale compagna.

Questo tipo di malattia colpisce generalmente le persone sopra i 65 anni, è causata da danni alle cellule nervose che ostacolano sempre più gravemente le normali funzioni del cervello. La prognosi della malattia è purtroppo molto grave a lungo termine, con una media di sopravvivenza dalla diagnosi, di circa 8-10 anni.
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