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Fase 2: la misurazione della temperatura corporea a causa del COVID-19

Dal 18 maggio molte aziende riprenderanno gradualmente la loro attività ordinaria attuando tutte le misure per il contrasto e il contenimento del COVID-19 previste dal Protocollo contenuto nell’allegato 6 al DPCM 26 aprile.

Una delle misure a fare più notizia è la misurazione della temperatura, che se, superiore ai 37,5°, rappresenta il primo significativo campanello d’allarme per l’individuazione di un soggetto affetto da COVID-19.
A livello informativo il datore di lavoro deve premurarsi di comunicare ai dipendenti di rimanere a casa qualora riscontrassero un aumento della temperatura corporea o eventuali sintomi riconducibili al virus.

In ogni caso, il personale potrà essere sottoposto a controllo della temperatura all’ingresso in azienda, vediamo come.

Misurazione della temperatura e modalità di ingresso in azienda

Ai sensi del secondo punto del protocollo condiviso il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea e se essa risulterà superiore 37,5°, non sarà possibile accedere ai luoghi di lavoro.
I dipendenti in tale condizioni dovranno essere momentaneamente isolati, dovranno essere avvisati di non recarsi al pronto soccorso, ma di contattare tempestivamente il proprio medico curante.

In ogni caso, ricordiamo che la misurazione della temperatura in tali modalità, rientra nei casi di trattamento di dati personali e deve, dunque, avvenire secondo quanto stabilito dalla normativa in vigore in materia.


Come misurare la temperatura nel rispetto della privacy?

Lo stesso protocollo fornisce dei consigli utili ad effettuare tale operazione nel totale rispetto dei dati sensibili, consigliando di:

  • rilevare la temperatura e non registrare il dato acquisto;
  • fornire al lavoratore l’informativa sul trattamento dei dati personali;
  • definire le misure di sicurezza e organizzative adeguate a proteggere i dati
  • assicurare modalità tali da garantire la riservatezza e la dignità del lavoratore in caso di isolamento momentaneo dovuto al superamento della soglia di temperatura

La misurazione della temperatura corporea all’ingresso in azienda è un obbligo?

In quasi tutta Italia questa prassi è caldamente raccomandata, tuttavia, a seguito di una nuova ordinanza firmata mercoledì 13 maggio, nella regione Lombardia è stata introdotto l’obbligo di misurazione della temperatura corporea a lavoro.

Le disposizioni contenute nell’ordinanza contengono prescrizioni più restrittive di quelle statali per i datori di lavoro che deve sottoporre il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro, a tali controlli.
La misurazione deve essere effettuata anche su lavoratori che manifestano i sintomi da coronavirus durante l’attività lavorativa.

Per quanto riguarda le attività lavorative aperte al pubblico, anche se non obbligatoria, la misurazione della temperatura è fortemente raccomandata anche per i clienti.

In entrambi i casi, i casi “positivi” dovranno essere secondo le modalità previste dal protocollo condiviso e nel rispetto della privacy.

 

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