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Emilio Fede ricoverato in ospedale: paura per l’ex direttore del Tg4

Emilio Fede è stato ricoverato d’urgenza al San Raffaele. Secondo Adnkronos Emilio Fede si trova al pronto soccorso dell’ospedale di Milano dopo una caduta. Qualche giorno fa l’ex direttore del Tg4 defenestrato da Mediaset e protagonista delle inchieste sulle cene eleganti, intervenendo ai microfoni di Radio Padania Libera, nel programma “Onda Libera” condotto dal direttore Giulio Cainarca e da Antonio Verna, aveva anticipato alcuni contenuti del suo libro di prossima uscita.

“Si intitolerà Che figura di merda, come una mia frase captata da un mitico fuorionda. In questo libro molti potranno riconoscere e riconoscersi”, aveva detto il giornalista. Altre fonti, non confermate dalla famiglia e dall’entourage del cronista, parlano di “difficoltà a parlare”. L’account Twitter ”Il Biscione”, che però ricordiamo non è quello ufficiale di Mediaset, ha twittato la notizia. (Continua a leggere dopo la foto)


“L’amico Emilio Fede è stato ricoverato d’urgenza al San Raffaele,mi dicono che a malapena riesca a parlare. Proprio in un momento il cui il tg4 subisce il passaggio ad un bravo giovane come Leonardo Panetta, ben voluto davvero tutti. In attesa di un riassetto dell’intrattenimento”, si legge su Twitter.
Negli ultimi tempi Emilio Fede è passato da un aula di tribunale all’altra. (Continua a leggere dopo la foto)

Infatti, dovrà scontare la pena in “detenzione domiciliare” il giornalista, condannato ad aprile in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis. Lo ha deciso nelle scorse ore il Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha accolto una delle istanze dell’avvocato Salvatore Pino. Il 12 aprile la Procura generale milanese, infatti, sempre su istanza della difesa, aveva sospeso l’ordine di carcerazione aprendo, dunque, la strada dei domiciliari. (Continua a leggere dopo la foto)

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I giudici della Sorveglianza, come riporta l’Ansa, hanno respinto la prima richiesta della difesa del giornalista di “differimento dell’esecuzione della pena”. E hanno accolto, invece, l’istanza per i domiciliari perché, scrivono nel provvedimento, la detenzione in carcere “andrebbe contro il senso di umanità che deve comunque connotare l’esecuzione della pena nel rispetto della dignità della persona”.

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