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Telefonate truffa, basta uno squillo per prosciugarti il credito: i numeri da tenere sott’occhio

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Sui nostri cellulari arrivano chiamate da numeri più disparati. Chiamate o addirittura anche solo squilli, da numeri stranieri: prefissi della Moldavia, del Kosovo, della Bielorussia, della Gran Bretagna. La strategia sta proprio nel ‘fare’ lo squillo, nella speranza che ritrovando una chiamata persa si facciano richiamare. Una truffa? Spieghiamo quali sono i meccanismi.

Trovi una chiamata da un numero, richiami e il credito si dimezza talvolta si azzera, partiamo esattamente da qui. Questi nuovi e pericolosi squilli truffa si chiamano Ping calls e tornano all’assalto, nonostante siano stati già bloccati lo scorso inverno. La curiosità non dovrebbe spingere, dunque, a dare retta a queste chiamate truffa, perché il rischio è proprio quello di perdere tutto. Continua dopo la foto.


Chi, per curiosità o perché aspetta una telefonata magari proprio da quel Paese e prova a richiamare il numero, viene reindirizzato automaticamente a una linea a pagamento dal costo di ben 1, 50 euro al secondo. Soldi che vanno a finire direttamente nelle tasche di ignoti. Nell’ ipotesi peggiore, con l’addebito sul conto,  i truffatori riescono persino ad arrivare ai dati della carta di credito o dei conti correnti. Continua dopo la foto.

Segnalati i numeri con il prefisso della Tunisia (+216), o ancora +373 (Moldavia), 678 (Vanuatu, Sud Pacifico); +383 (Kosovo); +375 (Bielorussia); +371 (Lettonia); + 255 (Tanzania); + 44 (Gran Bretagna). A rispondere non è una persona fisica, ma un software che, illegalmente, dispone di una ‘rubrica virtuale’. Non rispondere sarebbe la cosa migliore, ma se proprio vi dovesse capitare riagganciate subito. Continua dopo la foto.

Dalle dichiarazioni in web rilasciate dalla polizia postale si legge: “arrivano in genere di sera, tra le 18. 30 e le 20. 30 quando la maggior parte delle persone è più libera dal lavoro e più propensa a richiamare. Che è la cosa da evitare assolutamente. Se vi capita, invece  consigliamo di denunciare subito il fatto alla polizia di Stato per permettere agli investigatori di raccogliere quanti più elementi sul caso”. Non allarmiamoci, il modo per fermarli esiste e denunciare le illegalità è sempre la strada migliore per non essere complici di colossali truffe.

70.000 euro nello zaino. Chi li ha dati ad Anastasya? Ennesimo colpo di scena nel caso Sacchi

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