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Marta, Caterina, Carlotta e Emanuela. Trentenni di successo e orgoglio italiano. Loro tra i migliori ricercatori dell’oncologia mondiale

 

Anni di studio, vittorie e fallimenti a cercare una speranza per rendere il mondo un posto migliore, contro quel male infido e subdolo che sembra una tigre e che no, di cedere il passo, proprio non ne vuole sapere. Angeli tra le corsie. Angeli tra le provette e i microscopi dei laboratori, dove le luci a led sostituiscono il sole per intere giornate. Lavoro in silenzio, come i mediani del pallone e gli scalatori di montagna che oggi però, conosciamo, apprezziamo e ringraziamo.

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(Caterina Fontanella)

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Sono Marta Schirripa, Carlotta Antoniotti, Emanuela Palmerini e Caterina Fontanella. Quattro ragazze normalissime, con i sogni e i desideri di qualsiasi ragazzo e che, un pezzo per volta stanno costruendo qualcosa di importante. Loro, tra i migliori ricercatori. Premiati all’annuale meeting dell’American society of clinical oncology (Asco) in corso di svolgimento a Chicago. Merit Award della Conquer Cancer Foundation, tradotto, il più alto riconoscimento nel campo della ricerca contro il male del XX secolo. Eccola Carlotta, 29enne toscana di Podenzana (Massa Carrara) che si occupa di forme tumorali colon-rettali presso il Polo oncologico dell’azienda ospedaliero-universitaria pisana.

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(Marta Schirripa)

Eccola Emanuela 30enne di Urbino, specialista in forme oncologiche dell’apparato locomotore attualmente al timone di uno studio di Fase 3 sulla sinovite pigmentosa, all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Eccola Marta, capelli castani e sorriso contagioso per un periodo alla University of Southern California e specializzanda all’Università di Pisa, scelta per uno studio sul gene Inos, implicato nel sistema immunitario e che può avere un ruolo predittivo nel tumore al colon.

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(Carlotta Antoniotti, Emanuela Palmerini)

Eccola, infine, Caterina 33 anni specializzanda all’Ospedale di Udine dopo 18 mesi a Francoforte presso il German breast Group, premiata per uno studio prognostico sulle recidive del tumore alla mammella. Un successo, il loro, che è quello di una paese che, nonostante i limiti, le contraddizioni, le difficoltà, non smette di recitare grazie ai suoi cervelli, di recitare un ruolo da protagonista. In piedi signori. E un applauso all’Italia migliore.

“Ecco la principale causa di morte delle donne nel 2015”. E la ricerca choc condanna, ancora una volta, quell’errore imperdonabile

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