Ancora polemiche sul Cocoricò. A un anno dalla chiusura, durata quattro mesi, della celebre discoteca di Riccione, imposta dalla Questura di Rimini dopo la morte per overdose di un ragazzo di sedici anni, Lamberto Lucaccioni, la situazioni nel locale è rimasta sempre uguale. I controlli, come promesso dai gestori dopo la tragedia e dopo la punizione esemplare con la chiusura di quattro mesi imposta dalla questura di Rimini sono aumentati, infatti i minorenni a meno che non falsifichino i documenti non possono entrare.
Ma dentro la sala trovare uno spacciatore è facilissimo e comprare Mdma, la droga che ha ucciso il ragazzo un anno fa, è facilissimo.
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Il rito è sempre lo stesso, ti avvicinano prima fuori al locale, chiedono una sigaretta e poi se hai la roba (Md possibilmente). Una volta in fila devi passare la selezione dai buttafuori che controllano i documenti e invitano a lasciare le bottigliette al di fuori del locale: questo perché nell’acqua potrebbero essere disciolti i cristalli di Mdma o Ketamina. Da quest’anno anno inoltre nessuno, una volta entrato, può uscire e intorno al parcheggio, vigilato, l’area è stata transennata per evitare il contatto con gli spacciatori all’esterno. E anche all’interno, nonostante le guardie siano dappertutto e facilmente riconoscibili dalla loro maglietta gialla, avvicinare uno spacciatore è molto semplice.
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I prezzi della sostanze cambiano a seconda dello spacciatore, si va dai 30/50 euro al grammo per l’Mdma, ai 60 euro per un grammo di Ketamina. Intanto si possono trovare anche chi fuma erba, chi sniffa cocaina, chi si fa di eroina. È sufficiente tirare qualche striscia sul dorso dello smartphone con il naso e via, la serata è passata e magari si “tira” avanti fino all’after di mezzogiorno.