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La genomica sulle tracce di Abramo: la scienza ripercorre la nascita dei popoli biblici confermando la loro esistenza

Contenuto sponsorizzato – Chi lo ha detto che la fede e la scienza siano necessariamente due poli opposti? Risulta sempre più evidente invece che queste diverse branche della cultura appaiono come due facce della stessa medaglia, la prima fautrice di un benessere psicofisico e la seconda di quello spirituale. 

Tra la genomica, che studia come le informazioni biologiche vengono trasmesse di generazione in generazione, e la Bibbia, che racconta la storia del popolo ebraico nel tempo, l’incontro negli anni è stato davvero performante, proprio a testimonianza di una frattura che non esiste, o per lo meno non è così netta, tra le due dottrine. Che si tratti di Abramo, di cui il Libro Sacro lo colloca a padre fondatore dei popoli ebrei (tramite suo figlio Isacco) e arabi (tramite suo figlio Ismaele), o del popolo di Canaan, che il Signore comanda agli Israeliti di distruggere, la genomica oggi porta la sua parte di rivelazioni su queste figure bibliche. Questo grazie ai progressi compiuti nel sequenziamento di massa del genoma umano a partire dagli anni 2000.

I ricercatori ora dispongono di database genomici sempre più grandi e dettagliati che consentono loro di effettuare confronti con risultati sempre più affidabili, così come la tecnologia e i progressi culturali hanno permesso di rendere più fruibile anche le Sacre Scritture. Grazie alla pubblicazione della Bibbia Online, la quale permette di ripercorrere – attraverso percorsi tematici, con l’ausilio di tavole e inserti esplicativi – tutte le tappe dei popoli che la scienza sta provando a ricostruire alle pendici dell’evoluzione della società moderna, tutto è diventato così concreto ed esaustivo per i fedeli e per i laici. 

In particolare gli studi tassonomici che hanno provato a correlare l’esistenza dei popoli narrati nella Bibbia con l’umanità sparsa nei diversi continenti attualmente, hanno raggiunto un punto di svolta nel 2010, quando Harry Ostrer, direttore del programma di genetica umana presso la New York University negli Stati Uniti, è stato in grado di misurare la vicinanza genetica delle varie comunità ebraiche attuali, confrontando il DNA di 237 volontari ebrei in tutto il mondo intero con 2.800 non ebrei di varie nazionalità.

Prima osservazione: ci sono molte sequenze di DNA specifiche per le popolazioni ebraiche in tutto il mondo. Seconda osservazione: tutte queste popolazioni sembrano avere la stessa tipica comune ancestralità. E tornando nell’albero filogenetico delle popolazioni ebraiche, sembrava che condividessero anche una comune ancestralità, più antica di questa, con i popoli arabi del Medio Oriente, da qualche migliaio di anni. Questo potrebbe porre le orme e le prove dell’esistenza reale di Abramo, poiché la Bibbia lo rende il padre di questi due popoli circa 4.000 anni fa.

L’aplogruppo cromosomico J1-P58, diffuso nei cittadini viventi lungo il bordo del Mediterraneo, è ampiamente condiviso tra le attuali popolazioni ebraiche (circa il 20%) e arabe (circa il 50%). Il suo portatore originale (presumibilmente Abramo) era quindi uno degli antenati comuni a questi due popoli. In effetti, la cronologia genetica è compatibile con quella narrata della Bibbia. Va però specificato che questo non è l’unico vettore, le popolazioni semite condividono anche altri aplogruppi provenienti da diversi cromosomi Y e quindi altri antenati comuni.  In parole povere la realtà genetica è quindi più complessa della storia biblica. Dove l’Antico Testamento parla di una sola famiglia, il DNA indica che una popolazione si è lentamente scissa, culturalmente prima, geneticamente poi.

In altre parole, Abramo esisteva, ma era multiplo. Di tutti i patriarchi che sono esistiti e che hanno disseminato i loro geni in questo momento, la Bibbia ne ha conservato solo uno, elevato al rango di mito. E la conclusione è la stessa per Aaronne, fratello di Mosè e fondatore della linea del clero.

Leggere la Bibbia online con queste nuove consapevolezze fondate su basi scientifiche può essere un arricchimento personale, un nutrimento per il benessere spirituale, un ampliamento dei propri orizzonti storico-culturali. 


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