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È possibile utilizzare i buoni pasto per il delivery? Smart working e consegne a domicilio

Contenuto sponsorizzato – Le abitudini lavorative degli italiani sono radicalmente cambiate dopo oltre un anno di pandemia. Lo smart working inizia ad essere istituzionalizzato ed esce fuori da un contesto di emergenza, e con esso tutti i servizi correlati, tra cui i buoni pasto.

I buoni pasto, se previsti dal contratto di lavoro, devono essere conferiti anche se il dipendente è in smart working. Se prima, però, i buoni pasto erano utilizzati presso bar e ristoranti ubicati nei pressi dell’ufficio, oggi è possibile utilizzarli per il delivery. Sono stati fatti grandi passi avanti, infatti, sui buoni pasti digitali, ovvero sganciati da qualsiasi supporto – cartaceo o elettronico che sia. 

Le aziende aderenti all’ANSEB, tra cui Edenred, hanno investito e spinto per la realizzazione di buoni pasto totalmente dematerializzati, utilizzabili tramite applicazione. È una modalità smart e innovativa per utilizzarli anche in fase di emergenza, quando i ristoranti possono lavorare solo con il delivery e sono da preferire metodi contactless. 


È quindi già possibile ordinare presso il proprio ristorante preferito quando si è in smart working e presentare, al momento del check-out, il codice generato dall’app. Si tratta di un’agevolazione che aiuta i dipendenti anche da casa sia sul versante economico che sul versante praticoorganizzativo. Allo stesso tempo, utilizzare i buoni pasto per il delivery, permette di rimettere in moto l’economia e fornire una fonte di guadagno non indifferente ai ristoratori. 

Il futuro dei buoni pasto

Nonostante manchi ancora una normativa che possa definitivamente superare i buoni pasto cartacei, Sono stati fatti passi da gigante per adeguare al futuro quest’importante strumento di welfare, spesso previsto dai contratti di lavoro. 

Da recenti indagini statistiche è stato evidenziato come i buoni pasto elettronici siano anche  collegati alla diffusione di una cultura cashless. Secondo una ricerca di SDA Bocconi infatti, il 72% degli intervistati è abituata a pagare con carta di debito (bancomat)

In questo quadro sociale e normativo, in cui si incentivano sempre di più gli acquisti cashless, i buoni pasto hanno un ruolo fondamentale nella digitalizzazione del paese. Ecco perché, a fronte di cospicui investimenti tecnologici, è oggi possibile addirittura dematerializzare il proprio voucher. 

La normativa attuale

Nella Legge di Bilancio 2020, la soglia di esenzione fiscale per ogni buono pasto elettronico è salita dai sette agli otto euro, mentre quella dei buoni cartacei è scesa da 5,29 a 4 euro: si è trattato di un incentivo per la modernizzazione – che c’è stata – e fa presagire un abbandono graduale dello strumento cartaceo. La pandemia ha dunque modificato radicalmente i comportamenti di acquisto e di lavoro degli italiani, magari anche in meglio. L’adattamento dei buoni pasto alla nuova situazione – e quindi anche al delivery – è un piccolo passo per ricreare il welfare dell’ambiente lavorativo anche dalla scrivania di casa. 

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