La sottile linea che divide la civiltà dalla barbarie può essere superata in determinate situazioni, quando il delicato equilibrio in cui inconsciamente viviamo all’interno della gabbia trasparente costruita dalla società capitalista occidentale, viene sconvolto da un accadimento. Può essere il tradimento di qualcuno che si ama, un ritorno a un passato rimosso e la violenza di tutti i giorni a condurre alla follia. I personaggi di Storie pazzesche saltano il confine della ragione e si lasciano andare all’innegabile piacere di perdere il controllo.
Il film scritto e diretto dall’argentino Damián Szifron e prodotto da Pedro Almodovar, in concorso al Festival di Cannes 2014 è descritto dallo stesso Szifron: “Questi racconti nascono dagli angoli più sfrenati della fantasia. Mentre stavo lavorando allo sviluppo di altri progetti – spesso scoraggiato dall’impossibilità di realizzarli – ho iniziato a scrivere una serie di brevi storie per sfogare le mie frustrazioni. Quando le ho messe insieme in un unico corpus, mi sono reso conto che erano collegate da una serie di temi che davano loro unità e coerenza: parlavano tutte di catarsi, vendetta e distruzione”.