Emarginati tra muri scalcinati e case diroccate, lungo le strade di San Berillo, il quartiere a luci rosse di Catania. Il quartiere dei transessuali e delle prostitute. “Siamo buttane” raccontano. E non si vergognano. Si sentono rifiutati dalla gente, ma amati da Dio.
Pregano, vivono la fede nell’intimo delle loro anime peccatrici: “La gente non immagina che anche noi possiamo pregare, invece siamo persone normali e siamo certi che il Signore ci accetta per quello che siamo. I veri peccati non sono i nostri, ma la mancanza d’amore verso il prossimo, la mancanza di rispetto verso la diversità”. Mai come adesso, il “quartiere scandalo” di San Berillo si racconta.
E i quasi 20 transessuali che lavorano qui, diventano persone. Le telecamere della regista catanese Maria Arena sono penetrate in queste strade off limits, ai confini del pudore. Ne è uscito il documentario “Gesù è morto per i peccati degli altri”, un lavoro che sarà proiettato, in anteprima nazionale, al 55esimo Festival dei Popoli, la rassegna del film documentario in programma a Firenze dal 28 novembre al 5 dicembre. Eccoli i transessuali come raramente si erano visti. Illuminano i tabernacoli coi ceri alla Madonna. “Anche Maddalena era una prostituta, le tiravano pietre e Gesù la proteggeva – dice uno di loro – Dobbiamo capire bene il messaggio del Signore, Lui non è venuto per guarire i peccati, ma per salvare il cuore degli uomini. Dio non vuole che noi cambiamo il nostro modo di vivere, vuole che rimaniamo noi stessi”. Questa l’anteprima sul Corriere.it