Pensava da vent’anni a un film su Pier Paolo Pasolini, “ma solo ora ho trovato la chiave giusta” spiega Abel Ferrara. Il suo Pasolini interpretato da William Dafoe, sarà al Festival di Venezia e il 18 settembre uscirà nelle sale per raccontare l’ultimo giorno di vita dell’intellettuale, prima della tragica notte all’Idroscalo di Ostia tra il 1 e il 2 dicembre 1975. “L’ultimo giorno può essere simbolico di un’esistenza, di come l’hai vissuta” spiega oggi Ferrara a Repubblica, “nella giornata di Pasolini ho cercato di mettere insieme gli elementi della sua personalità così magnificamente complessa, ricca, contraddittoria”. Cercherà di fare luce sul mistero della sua morte? “Per favore! non sono un detective, me ne frego di chi lo ha ammazzato, io ho fatto un film sulla sua tragedia personale e sulla perdita di un genio, di un poeta, di un artista, di un uomo che aveva il raro talento di interpretare la realtà. Pasolini non è un’inchiesta né un documentario, è un film, è finzione”.
