La notizia ha lasciato un vuoto profondo nel cuore degli italiani: martedì 24 giugno 2025, nel tardo pomeriggio, si è spento a Roma Alvaro Vitali, uno dei volti più iconici e irriverenti della commedia italiana. La sua scomparsa ha segnato la fine di un’epoca e il congedo da un attore che, con la sola forza della risata, era riuscito a conquistare generazioni diverse, superando mode, contesti e gusti cinematografici.
Era nato il 3 febbraio 1950 e aveva alle spalle una vita non sempre facile. Proveniente da una famiglia numerosa, si era spesso definito un ragazzino difficile. A raccontarlo era stato lui stesso, in più occasioni: “Ero un combinaguai, mia madre mi affidò a mia nonna che poi mi spedì in collegio”. Il talento per la recitazione, però, era lì, sotto la superficie, pronto a sbocciare grazie a un incontro decisivo. A scoprirlo fu nientemeno che Federico Fellini. Durante un provino, il grande regista ne colse l’energia irriverente e lo volle per un piccolo ruolo in “Fellini Satyricon” nel 1969. Da lì, una sequenza di collaborazioni d’autore: “I clowns” (1971), “Roma” (1972), “Polvere di stelle” (1973, con Alberto Sordi e Monica Vitti) e “Amarcord” (1973), dove Vitali recita accanto a Ciccio Ingrassia.
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Da simbolo della commedia sexy alla depressione. Funerali: dove e quando
Ma è nel decennio successivo che il suo nome esplode nel firmamento popolare. Con oltre 150 film all’attivo, Alvaro Vitali diventa il simbolo della commedia sexy all’italiana, un filone tanto criticato quanto amato, accompagnato da colleghi come Lino Banfi, Edwige Fenech e Renzo Montagnani. Il suo personaggio più celebre, però, resta uno solo: il Pierino scapestrato, sboccato, rumoroso e sopra le righe. Una maschera che ha fatto epoca, incisa nella memoria collettiva come poche altre figure della commedia italiana. Quando quel tipo di cinema finì il suo ciclo, anche per Vitali arrivò una lunga stagione di oblio.

Negli anni 2000 aveva ritrovato una certa visibilità grazie a “Striscia la notizia”, dove si cimentava in imitazioni surreali e divertenti. Indimenticabile quella di Jean Todt, allora direttore della Scuderia Ferrari. Ma il ritorno alla ribalta non fu duraturo. Negli ultimi anni l’attore non aveva nascosto il suo disagio: “Ho preso parte a 150 film ma vivo con una pensione da 1300 euro”, aveva detto con amarezza, raccontando anche la depressione che lo accompagnava da tempo, dovuta – secondo lui – all’abbandono da parte del mondo dello spettacolo.


Negli ultimi giorni, il suo nome era tornato sui media per un acceso confronto con l’ex moglie, la cantautrice Stefania Corona. In una lettera inviata a “DiPiù”, Vitali aveva rivelato di essere stato lasciato per “l’autista”, aggiungendo però che era pronto a perdonare e ricominciare. Ma la replica della donna era stata secca: “È un attore, gli servo solo per comodità. I suoi figli non hanno voluto che i nipoti mi chiamassero nonna”. Parole che, oggi, suonano come l’ultimo strascico amaro di una vicenda personale complessa, vissuta sotto gli occhi del pubblico.
E oggi a dare l’annuncio ufficiale sui funerali è la famiglia, con un messaggio sobrio ma commosso: “Con profondo dolore, salutiamo Alvaro Vitali. Chi vorrà dargli l’ultimo saluto, il funerale si terrà domani (giovedì 26 giugno) alle ore 15:00 presso la Chiesa di San Pancrazio, a Monteverde Vecchio a Roma”. Ed è lì, nel cuore della Capitale che lo ha visto nascere, crescere e diventare una leggenda del sorriso, che il suo ultimo sipario si chiuderà. Ma il suo Pierino continuerà a vivere nei ricordi, nelle risate e in quella gloriosa stagione del nostro cinema di cui è stato indiscusso protagonista.
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